lunedì 1 settembre 2014

Recensione: "Matilde" di Roald Dahl

Titolo: Matilde
Autore: Roald Dahl
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 1995
Pagine: 224
Prezzo: 12,00€

Trama:
Matilde ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. Quando perciò comincia a frequentare la prima elementare si annoia talmente che l'intelligenza deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, la quale per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello olimpionico. L'intelligenza e la cultura sembra dirci l'autore - sono le uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria.

Recensione:
Una storia per bambini, ma una piacevole lettura anche per gli adulti, sicuramente un racconto originale e particolare che ha come protagonista una bimbetta tutt'altro che ordinaria.
Roald Dahl con un linguaggio semplice, divertente e coinvolgente ci racconta di Matilde, una bimba che sin da piccolissima mostra di avere doti superiori ai suoi coetanei.
A diciotto mesi sa già parlare, conversare come farebbe un normale adulto, a tre anni impara a leggere e a quattro ha già letto tutta la sezione dedicata ai libri per bambini che la biblioteca pubblica della sua città offre.
La parte più bella del libro sta proprio in questa prima fase del racconto, nello scoprire l'amore che la piccola ha per le storie, il suo non accontentarsi più dei libri per piccoli, ma voler scoprire le storie scritte per un pubblico più adulto, nell'assaporare la sua sete di conoscenza, in cui qualsiasi lettore potrà riconoscersi.

“I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena di avventure. Viaggiava su antichi velieri con Joseph Conrad. Andava in Africa con Ernest Hemingway e in India con Kipling. Girava il mondo restando seduta nella sua stanza, in un villaggio inglese.”

La storia, già atipica di per sé, prende man mano una piega sempre più surreale.
Matilde, sempre sminuita e ancor più spesso ignorata dai genitori, comincia a frequentare la scuola. 
Qui la maestra Dolcemiele si rende subito conto di avere a che fare con una bambina prodigio.
Quando la maestra comunica alla spregevole direttrice, la signorina Spezzindue, il desiderio di spostare la piccola dalla prima alla quinta classe, questa reagisce con un sonoro rifiuto. 
La direttrice detesta i bambini, e non perde occasione per insultarli, sminuirli, accusarli, punirli e addirittura lanciarli dalla finestra!
Quando è Matilde a subire ingiustamente le angherie e le prepotenze della signorina Spezzindue, qualcosa di insolito e inaspettato succede in lei.
Stufa di essere accusata di azioni non commesse, Matilde sfogherà la sua ira sviluppando il potere della telecinesi.
Grazie a questo potere riesce a vendicare se stessa e tutti coloro che hanno per anni subito le prepotenze di quell'orribile donna.
Una storia carina, a lieto fine, a cui si può rimproverare solo il fatto di non avere una morale esplicitamente realistica.
A meno che non si voglia far credere ai bambini che, sforzandosi e concentrandosi, potrebbero anch'essi sviluppare dei superpoteri, o che, non essendo contenti dei propri genitori, possano sempre sceglierne di migliori.
Andando oltre a tutto quello a cui un bambino verrebbe immediatamente catturato (i sopracitati superpoteri e la possibilità di scegliere da sé i propri educatori) Matilde probabilmente vuole dirci di non farci dire da nessuno chi o cosa possiamo essere e cosa possiamo o non possiamo fare e diventare.
I nostri vincoli dipendono solo da noi e dai limiti che ci impone la nostra mente.

Considerazioni:
Pur non avendola letta conoscevo la storia di Matilde grazie al film che ne è stato tratto.
Non è mai stata, nemmeno quando l'ho visto da piccolina, una storia che mi è piaciuta particolarmente.
Mi piacevano molto alcune cose e meno delle altre.
Il desiderio di leggere il libro nasce da alcuni commenti letti (non ricordo dove, ne di chi fossero) in cui veniva detto che il libro non aveva nulla a che vedere con la trasposizione cinematografica e che quest'ultima fosse infinitamente peggiore.
Questa è una cosa abbastanza comune, la maggior parte dei libri perde molto in pellicola, anche film che mi sono piaciuti molto, come quelli della saga di Harry Potter o Hunger Games, se paragonati con la versione cartacea perdono miseramente il confronto.
Quindi, a conclusione di questo ragionamento mi sono detta "chissà, forse anche Matilde è un capolavoro".
In realtà, pur non vedendo il film da molto, e non ricordandolo nei minimi particolari, non l'ho trovato così diverso dal libro, anzi, mi è parso abbastanza fedele.
Eccetto alcune cose, come la descrizione della casa della signorina Dolcemiele (che nel film non ricordo essere così povera) e la descrizione dello scontro finale tra Matilde e la direttrice Spezzindue (nel film Trinciabue), non ho trovato che la lettura abbia aggiunto molto altro alla storia che già conoscevo.
Sicuramente è uno di quei libri che si apprezza maggiormente se letti da bambini, perché in tal modo gli si può restare in qualche modo affezionati e attribuirgli pertanto quel valore aggiunto, che altrimenti non avrebbe.
Una lettura carina, che dubito però possa conquistare in età adulta.

il mio voto per questo libro

7 commenti:

  1. Ciao^_^ Io credo invece che un lettore, adulto, che sa quanto sia importante leggere e passare questa passione ai più piccoli, possa trovare Matilde geniale e illuminante. Io sono un'amante di Dahl, e mi sono laureata facendo la tesi proprio su questo autore e alcuni temi a lui cari che ritroviamo nei suoi libri. Certo l'adulto che lo legge per la prima volta non può considerarlo "capolavoro letterario assoluto", però è un titolo che fa capire quanto sia importante leggere, quanto l'amore per i libri e per le storie possa dare, insegnare. Quanto anche sia importante non arrendersi mai. Quanto l'infanzia spesso viene "maltrattata", ignorata, e quanto invece può insegnarci se solo si iniziasse a considerare al pari dell'età adulta. Io la trovo una storia piena di significato, che con testo, linguaggio semplice parla di tante cose importanti, che alcuni libri per adulti neanche sfiorano. Però questa è una mia opinione^_^ Leggi il più possibile di Dahl^_^

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    1. Ciao!
      Volevo dire che (secondo me), un adulto difficilmente ne apprezzerà la storia. Il significato è quello che dici, ma l'ho trovato meglio espresso in "La fabbrica di cioccolato" sempre di Dahl.
      La tematica è sempre quella, ma a mio parere lì la esprime meglio e soprattutto tramite una storia che ho decisamente preferito a questa.
      Grazie per il tuo commento e per il consiglio ^__^

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  2. Bella cosa questo libretto, bisognerà che me ne ricordi se e quando ingrandiremo la famiglia...

    http://langolodellacasalinga.blogspot.it/

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  3. A me sono piaciuti molto sia il libro che il film, entrambi molto acuti e godibili anche in età adulta :P

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    1. Però ammetterai che c'è una forte componente emotiva nel tuo giudizio, li apprezzi ancora da adulta perché probabilmente li hai amati da bambina.

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  4. Concordo con te, è un libro che sicuramente si apprezza di più da bambini! Infatti ho letto questo libro da piccola e, come tutti quelli di Roald Dahl, l'ho adorato: sarà per l'atmosfera surreale che c'è in ognuno di essi, sarà lo stile, sarà non so cosa, ma ancora oggi ho un brivido quando penso ai suoi libri e all'affetto (se così si può dire x un libro) che provo per loro :) W Roald Dahl!! (scusa lo sfogo :D )

    N.B. Ti ho nominata per un blogger award sul mio blog, ti lascio il link se ti va di dare un'occhiata: http://thebookthiefblogger2.blogspot.it/2014/09/ritornocon-sorpresa.html

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