venerdì 17 ottobre 2014

Recensione: "La sposa nella torre" di Giulia Dal Mas

Titolo: La sposa nella torre
Autore: Giulia Dal Mas
Editore: Delos Digital
Data di pubblicazione: 23 settembre 2014
Pagine: 51
Prezzo: 1,99 € (ebook)

Trama:
Aprile 1219. Ginevra è la bella figlia del conte di Strassoldo. Promessa in sposa quando era poco più che una bambina, incontra, in riva al fiume, il giovane Odorico, conte di Villalta. Tra i due sboccia l'amore, ma questa unione, che soverchia ogni regola, farà scattare un tremendo desiderio di vendetta in quanti la ritengono un tradimento. All'ombra di antichi castelli, si consuma la storia di un amore magico, sospeso tra realtà e immaginazione, che ancora oggi si crede aleggi tra le dolci colline friulane.

Recensione:
Un'amore da favola. Questo è quello che ci viene narrato da Giulia Dal Mas in queste pagine.
Purtroppo non è da favola per la straordinarietà del sentimento che lo caratterizza, ma proprio perché, come nella favole, l'innamoramento tra i due protagonisti scocca al primo sguardo, e in tale momento entrambi si dicono innamorati per sempre.
La storia è quella classica che caratterizza i racconti di corte del tempo.
Una contessina che ha perso la madre in giovane età, cresciuta dal padre, un uomo affettuoso ma rigoroso, e promessa sposa di un giovane conte appartenente ad una famiglia altamente prestigiosa.
Ma come si dice "il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce" e la ragazza si innamora, ricambiata, di un altro uomo.
Da qui nasce il desiderio di rompere la promessa di matrimonio fatta per interesse e unirsi invece all'uomo che davvero "ama".
Nulla di nuovo insomma.
La parola amore, come sempre in queste storie, è abusata in modo decisamente fastidioso.
L'amore non è così, e un amore così raccontato non fa emozionare.
I personaggi inoltre non sono indagati nelle loro emozioni e nelle loro personalità.
La protagonista, ad esempio, ha un fratello minore che viene semplicemente nominato e non ha alcuna parte nel racconto, ma ciò che maggiormente stranisce è che ai protagonisti non è poi riservata un'attenzione maggiore.
Peccato perché, all'inizio, il racconto sembrava avere una profondità e una cura nelle descrizioni che si è andata subito affievolendo, fino a sparire del tutto nella parte finale, in cui ciò che si legge è soprattutto la fretta di mettere subito fine a tutto.

Considerazioni:
Ero curiosa di leggere qualcos'altro di Giulia Dal Mas, che mi aveva precedentemente conquistato con il suo racconto breve "The secret door", presente nell'antologia Chrysalide edita Mondadori.
In quel racconto ho riscontrato tantissimi aspetti estremamente positivi, una buona scrittura, un'ottima abilità descrittiva, la capacità di emozionare e soprattutto il saper costruire una storia originale e capace di stupire.
Purtroppo, fatta eccezione per i primi due punti (la Dal Mas anche qui continua a scrivere molto bene), tutto il resto non l'ho ritrovato in questa storia.
Va detto che i racconti del genere, non incontrano affatto i miei gusti, e che la scrittrice si ispira ad una leggenda della sua terra, quindi probabilmente non ha voluto modificare più di tanto la storia, resta comunque il fatto che questa manca totalmente di originalità e di pathos.
Anche volendo rispettare la leggenda, a mio parere, si sarebbe potuto descrivere la storia d'amore in maniera molto diversa: più appassionante e più veritiera.
Aborro i racconti in cui scocca l'amore al primo sguardo, e qui i protagonisti parlano d'amore dopo essersi rivolti appena due parole (e non sto esagerando! Lei si dice innamorata senza nemmeno conoscere il nome di lui).
Roba che, mancavano solo gli uccellini e gli animali del bosco e mi sarebbe parso di leggere la fiaba di Biancaneve.
Perché sminuire così un sentimento tanto profondo?
Inoltre, se da principio la scrittrice si è soffermata molto sui particolari, sulle descrizioni dei luoghi e degli odori, nella parte finale, invece, tutto il racconto è ridotto ai minimi termini.
La fase che avrebbe dovuto essere quella più emozionante tra i due innamorati è conclusa in quattro righe, e quella più concitata della storia si conclude con la medesima tempestività.
Come se l'autrice avesse fretta di concludere il tutto, come se lei in primis non fosse così entusiasta del racconto che stava scrivendo.
E mi auguro davvero che sia così, perché da lei pretendo molto di più, e spero che anche lei in futuro faccia lo stesso.

il mio voto per questo libro

1 commento:

  1. Ecco, concordo in pieno con la tua analisi di quello che servirebbe in un libro... e ti ringrazio, mi ricorderò di stare alla larga pure da questo...

    langolodellacasalinga.blogspot.it

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