lunedì 20 giugno 2016

Recensione: "Fuga da Villa del Lieto Tramonto" di Minna Lindgren

Titolo: Fuga da Villa del Lieto Tramonto
Autore: Minna Lindgren
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 14 aprile 2016
Pagine: 320
Prezzo: 17,50 € (cartaceo) 9,99 € (ebook)
Trama:
Pareti abbattute, tubature divelte e trapani che spaccano i timpani. Villa del Lieto Tramonto, la tranquilla residenza per anziani nella periferia di Helsinki, è sottosopra per massicci lavori di ristrutturazione, e alle inseparabili Siiri e Irma non resta che cercare un modo per fuggire. E alla svelta: loschi individui – sono davvero muratori? – si aggirano nell’edificio, e il portagioie della loro compagna Anna-Liisa è scomparso. Tutto sotto gli occhi della direzione della struttura. 
Perché allora non affittare un appartamento in centro, lontano da disagi, furti e calcinacci? Meglio però allargare l’invito agli amici della canasta: la puntigliosa, cara Anna-Liisa e l’ambasciatore, il suo distinto consorte, oltre all’infelice Margit alle prese con la grave malattia del marito. La convivenza nello stravagante alloggio – raso rosso alle pareti, un letto rotondo e un improbabile palo da lap-dance in soggiorno – in uno dei palazzi più antichi della capitale finlandese, è per il gruppo di anziani un avventuroso nuovo inizio: la spesa al pittoresco mercato coperto, il bucato, i pasti da cucinare, amicizie inaspettate e giri in tram tra vecchi ricordi e scoperte entusiasmanti. Eppure, qualcosa non quadra. Per il fiuto investigativo di Siiri e Irma, la ristrutturazione nasconde ben altre, criminose attività, e quando il mistero comincerà a dipanarsi tra comici passi falsi, inattesi colpi di scena e irriverenti quanto umane opinioni sulla morte, le ostinate vecchiette toccheranno con mano quanto sia facile lasciarsi ingannare dalle apparenze. Anche alla loro non più tenera età. 

Recensione:
Chi di voi ricorda Irma, Siiri e Anna-Liisa, le tre simpatiche vecchiette della Villa del Lieto Tramonto?
Le avevamo lasciate finalmente libere dai drammi e dagli intrighi, e le ritroviamo di nuovo nei guai fino al collo.
Ebbene sì, perché, per quanto le nostre care amiche non desiderino altro che godersi gli ultimi anni della loro vita nel completo riposo, pare che il destino abbia scelto ben altro per loro.
È passato solo un anno dalla risoluzione dell'ultimo caso (su cui verteva "Mistero a Villa del Lieto Tramonto"), e la costosa residenza per anziani, già teatro di giri di malaffare, è ora alle prese con una ristrutturazione alquanto anomala.
Tipi loschi travestiti da muratori, oggetti che scompaiono senza spiegazioni, frastuono a qualsiasi ora, e lavori che sembrano non avere mai fine.
Per quanto i residenti tentino di farsi forza e di cercare di venire a capo della situazione, non possono non constatare che, almeno per il momento, non vi è altra soluzione ai loro problemi, se non la fuga.
E sarà proprio la tranquilla Siiri, abituata a starsene nell'ombra, ad avere una brillante idea, durante uno dei suoi tanto amati giri in tram: affittare un appartamento e mettere su una comune con le sue amiche di sempre.
Un posto per ricominciare, lontano dalla confusione e dai cattivi pensieri. Un nuovo inizio per tutti loro.
Ovviamente la convivenza non sarà poi così ordinaria, e ciò offrirà a noi lettori scene esilaranti e fuori dagli schemi.
Basti pensare a Margit, la quarta inquilina del bizzarro appartamento (quinta se consideriamo anche Onni, il marito di Anna-Liisa) che non fa che aggirarsi nuda per casa, alla nostra Irma allegramente impegnata a trangugiare vino rosso già di prima mattina, o all'unico uomo di casa, servito e riverito dalle "sue donne", proprio come in un harem.
E se si è soliti dire "casa nuova, vita nuova", in questo caso il cambio di residenza darà modo a Siiri di allargare anche la sua cerchia di amicizie.
Ancora delusa dalla partenza, e se vogliamo dall'abbandono, del suo confidente Mika, l'anziana signora troverà un nuovo porto sicuro nei due aitanti giovani nigeriani conosciuti al mercato coperto, Metukka e Muhis.
Il loro ingresso porterà nuova linfa vitale anche nella quotidianità degli altri residenti. La stessa Siiri, grazie ai loro consigli, e al nuovo ruolo di cuoca di casa, riscoprirà dei lati del suo carattere che credeva di aver perduto, la capacità di farsi valere e di non sottostare ai desideri degli altri.
Questo atteggiamento combattivo sarà poi alternato alla cura con cui si prodiga per i suoi amici, elaborando ogni giorno deliziosi manicaretti, ripescati dal passato e rivisitati in chiave etnica.
Devo ammetterlo, le pagine dedicate a questa bizzarra amicizia, e ai consigli di cucina, sono quelle che ho più apprezzato, in quanto donano alla lettura un po' di brio e di spontaneità.
In generale, mi spiace dirlo, la lettura manca dell'humor e dell'allegria che contraddistingueva invece il primo libro.
Ha una partenza lenta e fatica ad ingranare. La prima parte è abbastanza ripetitiva, fino ad arrivare al fatidico trasferimento con cui la narrazione sembra recuperare in vivacità.
Tuttavia in questo secondo capitolo sono del tutto assenti i colpi di scena, o le grandi rivelazioni.
Sembra quasi che il ruolo di questo romanzo non sia altro se non quello di fungere da collegamento con l'epilogo finale. 
Difatti le domande rimangono puntualmente senza risposta, e le nostre tre investigatrici improvvisate rinunciano a scoprire cosa succede davvero tra le mura della loro casa.
Quello che vogliono è fuggire da tutto, dai martelli e dai trapani, e da ciò che non riescono a comprendere. 
Ed è un peccato, perché proprio ciò che rendeva la storia originale e divertente, non trova abbastanza spazio nel prosieguo.
Rimane invece immutata l'importanza della denuncia sociale, che investe più campi d'interesse: dalla solitudine dei vecchi lasciati allo sbando, al sistema sanitario con le sue falle, fino all'eutanasia, al lavoro in nero e ai difficili rapporti genitori-figli.
Nulla sfugge all'occhio clinico della Lindgren che, senza rendere la scrittura pesante e prolissa, riesce a suscitare più spunti di riflessione. 
Se solo l'autrice avesse salvaguardato lo spirito originario, riuscendo ad unire lo stile giornalistico a quello tipico dei romanzi gialli, il risultato finale sarebbe stato sicuramente migliore, e la lettura più appassionante e coinvolgente.

Considerazioni:
Non posso dire che questa lettura mi abbia delusa o annoiata, tuttavia, come avrete intuito, si è rivelata decisamente inferiore alle mie aspettative.
Credevo di imbattermi in una vicenda per lo più divertente e stravagante, invece lo stato d'animo predominante di tutta la narrazione è stato quello nostalgico e deprimente.
Ok, è vero, anche in "Mistero a Villa del Lieto Tramonto", le scene forti non sono mancate, tuttavia erano alternate ad altre più leggere, capaci di stemperare l'atmosfera.
Qui invece la storia risulta monotona e poco avvincente. Sicuramente ben scritta, e dotata di descrizioni particolareggiate, ma meno incisiva rispetto alla precedente.
Il taglio narrativo, come accennavo prima, sembra risollevarsi nella parte incentrata sulla convivenza, in cui il contrasto tra la modernità (tv, ipad, idromassaggio e un'inspiegabile palo da lapdance) e la veneranda età degli inquilini crea siparietti simpatici e bislacchi.
Altra nota positiva sono sicuramente le personalità ben definite dei personaggi, che mi avevano già conquistato nello scorso romanzo, come anche la capacità dell'autrice di affrontare tematiche sociali importanti con leggerezza.
In generale più fattori mi spingono ad apprezzare "Fuga da Villa del Lieto Tramonto", ma altrettante riserve mi impediscono di amarlo.
Mi auguro che la trama sottotono elaborata stavolta dalla Lindgren sia dovuta solo alla necessità di rendere questo libro una mera anticipazione degli enigmi che troveranno degna risoluzione nel capitolo finale, e che quest'ultimo possa incontrare di nuovo i miei gusti.
Non mi resta che sperare, e aspettare.

Ringrazio la casa editrice Sonzogno per avermi fornito una copia di questo romanzo

il mio voto per questo libro

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