mercoledì 14 settembre 2016

Recensione "Il Regista" di Elisabetta Cametti

Titolo: Il Regista
Autore: Elisabetta Cametti
Editore: Cairo Editore
Data di pubblicazione: Novembre 2015
Pagine: 380
Prezzo: 18,90 € (cartaceo) 9,99 € (ebook)


Trama:
New York, oggi. Veronika Evans è una fotografa che ritrae l’umanità dolente della metropoli. Un immenso popolo di follower apprezza le sue denunce, ma con la fama aumentano pure i nemici. 
Barbara Shiller è una profiler del NYPD, che affronta ogni caso con la rabbia di chi sconta un tragico errore di valutazione. 
Poi c’è un talk show da Emmy Award, i cui ospiti sembrano candidati a una morte atroce. Gli indizi sono discordanti, tutti i sospetti hanno un alibi di ferro e un passato pieno di segreti. Tutti possono essere carnefici ma anche vittime. In un’escalation di 29 ore di violenza, si delinea l’ombra di un Regista con un’incredibile strategia omicida che scriverà una nuova pagina della storia del crimine. 

Recensione:
"Il regista" è un racconto investigativo più che un vero e proprio thriller. 
La storia ruota attorno a protagonisti diversi che si trovano tutti ad essere al contempo vittime e carnefici, marionette nelle mani di una mente squilibrata.
La narrazione si apre con una scena che ricorda molto quelle viste nel film "Saw - L'enigmista": un uomo, Ben Burnes, si ritrova rinchiuso in una stanza fredda, maleodorante e buia, illuminata solo dalla luce intermittente di un neon mal funzionante. Nudo sul pavimento gelido, tremante di paura e inconsapevole del perché e del per come si trovi lì.
La voce deformata di qualcuno, "il folletto", è l'unico orripilante collegamento tra il mondo esterno e quella cella degli orrori che lo vede rinchiuso.
È quella voce a dirgli cosa fare ed è nelle mani del suo possessore che è riposta la sua vita.
Quella vita che il folletto chiederà, a tutte le sue vittime, di disegnare su un foglio prima di mettervi fine.
Da qui inizia un racconto scandito dal trascorre di 29 ore, in cui il killer ha architettato una catena sapientemente articolata di ricatti, depistaggi e omicidi.
Le indagini sono nelle mani di Barbara Shiller una profiler che ha da poco assunto il comando di una nuova sezione di ricerca. Il suo compito è quello di studiare i profili criminali e creare delle statistiche, su cui poter fare il più possibile affidamento, per stanare i killer del futuro. 
Nella ricerca dell'assassino che obbliga le sue vittime a rappresentare, tramite dei disegni, le varie tappe della loro vita, Barbara si imbatterà in Veronika Evans, fotoreporter nota a tutti per i suoi scatti crudi e drammatici che ritraggono le esistenze dei reietti della società.
Veronika potenziale sospettata o vittima, è una delle tante persone che prenderà parte all'intricata ragnatela tessuta dal killer.
Una ragnatela senza dubbio complessa e ben articolata che si basa su una strategia potente e pericolosa: quella della minaccia.
Cosa sei disposto a fare per salvare coloro a cui tieni veramente?
Su questo ricatto si basa ogni singola mossa del folletto che, servendosi di questo escamotage, non ha da fare poi molto di sua mano, assicurandosi il massimo risultato con il minimo sforzo.
Questo meccanismo è il punto forte del romanzo, aspetto vincente che, ahimè, la Cametti non ha saputo sfruttare a dovere, svilendo la storia con indagini e personaggi a cui non si può onestamente dare alcuna credibilità. 
Vi dico solo che qui tutta l'indagine è portata avanti da Veronika Evans (la fotografa) anziché dalla detective e che tutti glielo lasciano tranquillamente fare...
In definitiva ho trovato "Il regista" poco credibile, poco avvincente, inutilmente prolisso e anche prevedibile.

Considerazioni:
Quando ho iniziato a leggere il regista la prima cosa che ho pensato è stata, "ok, è una scopiazzatura del film "Saw - L'enigmista", poi però mi son detta che, se anche così fosse stato, almeno si sarebbe trattato di una lettura avvincente.
"Il regista" non si è rivelato precisamente identico alla serie di film di James Wan  - anche se ne riprende parecchi punti, come quello della prigionia e del ricatto - però non si è rivelato nemmeno altrettanto coinvolgente.
Il libro consiste in una serie di indagini, davvero poco credibili, in cui presunti sospettati vengono, chissà per quale assurda ragione, messi al corrente di qualsiasi scoperta, sospetto o supposizione della polizia.
Non solo! Partecipano anche attivamente alle indagini, fanno domande agli altri sospettati, analizzano cadaveri e fanno interrogatori alle vittime. 
Per la serie: nemmeno in Italia arriveremo mai ad assistere ad un simile scempio. Il che è tutto dire! 
Osserviamo quindi, con gran pena, al disfacimento della detective rinomata che fa fatica a giungere anche alle più semplice delle deduzioni e che, per giunta, spiffera qualsiasi particolare dell'indagine a due presunti colpevoli. A poliziotti esperti che si fanno raggirare dalla prima che passa, e potrei continuare...
È la fotoreporter Veronika Evans che fa tutto il lavoro, è lei che ha le idee vincenti, che si fa le domande giuste, e arriva, prima degli "addetti ai lavori", alle giuste deduzioni (spesso palesi).
Non risulta difficile, dunque, immaginare come ne esca male il personaggio della famosa profiler Barbara Shiller, che fa la figura barbina dell'incompetente.
Il colpevole, almeno per quanto mi riguarda, era annunciato. Assolutamente prevedibile e quindi deludente, e la sua storia poco potente.
L'unico aspetto che mi sento di salvare è stato il metodo del ricatto (non una novità nel genere, ma comunque una scelta che ho apprezzato) con cui il killer ha agito. Metodo che gli ha consentito di imbrattarsi poco le mani e lasciar fare il lavoro sporco agli altri.
Questo dà l'idea della potenza del metodo messo in atto e induce a pensare che, se nessuno avesse ceduto alla minaccia, probabilmente nulla sarebbe successo, ma la forza del piano sta proprio nella consapevolezza che chiunque sarebbe disposto a fare le cose più impensabili per chi ama. 
È con questa certezza che il folletto agisce.
La cosa assurda è che, anche quando i protagonisti sono ormai consapevoli del piano e non hanno più nulla da perdere, continuano a cedere al suo ricatto.
Nessuna delle vittime, sul finale, arriva a comprendere che la scelta di non agire, di non trasformarsi in assassini, di non prendere parte al gioco criminale era solo loro.
Nel complesso ho trovato la lettura insoddisfacente perché, a prescindere da tutti i se e i ma, e da tutte le critiche che posso muovere, la verità è una sola: non mi ha coinvolto e appassionato come mi sarei aspettata e auspicata.
Un thriller dovrebbe prima di tutto emozionare, tenere incollati alle pagine con la voglia di scoprire il colpevole. Questo invece si finisce pensando "ti prego basta, abbiamo capito, ma ora basta!".
Dico questo perché trovo estremamente fastidioso e poco credibile quando un colpevole svela alle sue vittime, prima di ucciderle, ogni singolo dettaglio dei suoi piani, soprattutto quando, come in questo caso, erano chiari come il sole già durante lo svolgimento.
Cara Elisabetta, abbi fiducia dei tuoi lettori! Non abbiamo bisogno anche noi - come il tuo folletto - del disegnino ^__<

Ringrazio Cairo Editore per avermi fornito una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro 

5 commenti:

  1. Aveo visto questo libro ma mi ero tenuta lontana dal prenderlo e mi sa che ad istinto ho fatto bene

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  2. A me invece è piaciuto davvero tantissimo! Praticamente la mia opinione è esattamente contraria ahahah xD l'ho recensito anche io, se ti va di dare un'occhiata :)

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    1. Davvero? Ma lo hai trovato credibile? Io non riuscivo a credere che, ad esempio, la detective spifferasse tutte le sue informazioni a due presunti colpevoli e che, addirittura, facesse condurre a loro le indagini! Non riesco nemmeno a capire come la Cametti abbia potuto scrivere qualcosa di così surreale.

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  3. Che peccato! E' un libro che mi incuriosisce parecchio e avevo letto commenti positivi.. magari gli darò una possibilità per confrontarmi sia con chi l'ha giudicato positivamente, che chi, come te, ha provato l'esatto contrario ;)

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  4. Avevo intenzione di leggere questo thriller, la tua sincera recensione mi pone qualche dubbio. Leggerlo o non leggerlo, questo è il problema!

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