martedì 30 maggio 2017

Recensione: "Passenger" di Alexandra Bracken

Titolo: Passenger
Autore: Alexandra Bracken
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 28 marzo 2017
Pagine: 420
Prezzo: 18,90 € (cartaceo) 9,99 € (ebook)


Trama:
In una terribile notte, la giovanissima Etta Spencer perde tutto quello che conosce e ama.
Catapultata all'improvviso in un mondo sconosciuto, ha un'unica certezza: non ha viaggiato per chilometri, bensì per secoli. La sua famiglia, infatti, possiede la capacità di viaggiare nel tempo. Un'abilità di cui lei ha sempre ignorato l'esistenza. Fino a ora. Passeggera a sorpresa su una nave nel bel mezzo dell'oceano, e disposta a tutto per ritornare alla propria epoca, Etta inizia una straordinaria avventura attraverso secoli e continenti in campagna di Nicholas, giovane capitano della nave, alla disperata ricerca di un oggetto misterioso di inestimabile valore in grado di salvare il suo futuro. 

Recensione:
Se fino a quel giorno di settembre aveste chiesto ad Etta Spencer di definire la sua vita, probabilmente vi avrebbe risposto che, fatta eccezione per qualche particolare, la sua poteva essere definita un'esistenza abbastanza comune. 
Certo, Rose, sua madre, non avrebbe mai concorso al titolo come "mamma dell'anno" e non avrebbe nemmeno ricevuto la fascia per la miglior attrice protagonista nella sua vita. Un'ottima comparsa, questo sì, lo era stata e continuava ad esserlo con i suoi silenzi, i misteri, gli sguardi sfuggenti, e il suo passato costellato da viaggi per il mondo di cui non aveva mai voluto parlare più di tanto.
Una donna che per Etta è sempre stata un enigma, un po' come quelle storie delle sue avventure che le raccontava a mo' di favola della buonanotte. 
E anche la stessa Etta non potrebbe, in tutta coscienza, considerarsi un'adolescente come tante, data la sua scelta di mettere da parte tutto, anche la sua vita personale e amorosa per la sua più grande passione: il violino.
Una musicista, ecco cosa desidera diventare con tutta se stessa, e quello che ci viene raccontato è un giorno particolarmente importante per la sua carriera, il giorno da cui tutto avrà inizio... ma Etta non ha idea che il suo destino è già segnato da tempo, e quello sarà sì il principio, ma di qualcosa che non avrebbe mai potuto, nemmeno lontanamente, sospettare.
Etta è una viaggiatrice, come lo è sua madre, e come lo erano i suoi antenati da cui ha ereditato la straordinaria capacità di viaggiare nel tempo, nelle ere passate e future.
Una notizia che può apparire meravigliosa, se non che, di punto in bianco, e ancora all'oscuro di tutto, la ragazza si ritrova su di un veliero, circondata dalle onde e da volti estranei che sembrano provenire da un tempo molto lontano e distante.
Cosa le è successo e il perché della sua presenza a bordo saranno chiari a lei, e al lettore, solo con il tempo. 
Inizia così un'avventura fatta di misteri, segreti, guerre tra famiglie per riuscire a detenere il potere sul tempo, ricatti, omicidi, viaggi spazio-temporali, paradossi e concitati inseguimenti.
Ad aiutare Etta nella sua avventura alla ricerca del misterioso astrolabio, manufatto capace, con il suo potere, di creare dal nulla passaggi temporali, ci sarà il giovane capitano Nicholas Carter, un uomo di colore che, imprigionato nel diciottesimo secolo, subisce ancora la discriminazione causata dal colore della sua pelle.
Tutto qui? Certo che no! Alexandra Bracken non si è certo fatta scappare l'opportunità di inserire nel suo romanzo d'avventura una romantica storia d'amore tanto struggente e melodrammatica quanto forzata e improbabile.
Nel complesso il romanzo risulta lento, prolisso e confuso. Le reazioni dei protagonisti sono inverosimili, e i viaggi nel tempo, che avrebbero potuto essere sfruttati per narrare scenari interessanti dal punto di vista storico, sono invece banalizzati e sprecati. Ridotti a semplici location per gli intrallazzi dei giovani innamorati.
L'argomento dei viaggi temporali, e quello dei relativi paradossi che questi vengono inevitabilmente a creare, è un tema troppo complesso, per essere narrato in modo credibile e coerente necessita di una grande capacità di scrittura e di ragionamento. Qui, invece, il tutto appare svilito, e ovviamente alla fine risulta evidente come, per l'autrice, tutta la storia si riduca ad essere solo una scusa, una scenografia originale e contorta allestita per narrare dell'ennesima storia d'amore.

Considerazioni:
Passenger è uno di quei libri dall'inizio molto lento, che faticano ad ingranare e portarti nel vivo della storia. Sin dalle prime pagine si ha la sensazione che quella che si ha tra le mani non sarà una lettura semplice e di facile comprensione, ha, difatti, uno di quegli incipit che disorientano. Un prologo in cui si racconta un avvenimento importante, nel pieno del suo svolgimento, ma che il lettore non può comprendere non avendo nessuna nozione a riguardo.
La situazione migliora con il primo capitolo, quando ci viene narrata la vita della protagonista ma, ahimè, dal momento in cui Etta Spencer sale a bordo della Ardent la narrazione torna a farsi pesante, noiosa e confusa.
La responsabilità di tutto ciò, a mio parere, è da imputare alla scrittura dell'autrice che risulta troppo caotica e disordinata.
Fin troppo spesso mi sono ritrovata a rileggere le stesse frasi per capire chi parlasse a chi, chi dicesse cosa, o a chi si riferisse un dato paragrafo.
Tutto questo non ha fatto che smorzare il già poco entusiasmo che mi aveva messo la storia, che comunque non è riuscita a prendermi più di tanto anche a causa della poca credibilità delle vicende. 
E no! Non mi riferisco alla scarsa attendibilità che può avere una storia basata sui viaggi nel tempo, ma alla poca verità che ho riscontrato nei protagonisti.
Le loro emozioni e reazioni mi sono sembrate quanto di più lontano ci si possa aspettare da una situazione reale. 
Per fare un esempio mi riferisco a quando Etta, da trovarsi all'auditorium per mettersi alla prova con un'esibizione di violino, si ritrova, all'improvviso, catapultata su una nave, circondata da perfetti sconosciuti e, anziché dare completamente di matto, come ci si aspetterebbe da una qualunque persona posta nelle medesime circostanze, saluta la ciurma con un timido e spaurito "salve".
Vi pare possibile? Vi pare questa una reazione credibile?
Mi ha inoltre infastidito che sin da subito l'autrice abbia reso manifesto l'intento di creare una storia tra Etta e il capitano Nicholas.
La Bracken non ha esitato nemmeno un attimo nel far intendere il (decisamente improbabile date le circostanze) feeling tra i due.
Il risultato che ne è scaturito è quello di una situazione molto forzata, poco spontanea e naturale. I due si infatuano l'uno dell'altro, ma ciò avviene non perché nasce e si sviluppa un interesse sempre crescente, ma semplicemente perché la Bracken voleva metterci la storia d'amore. Così ha deciso e così è! 
Cosa importa se risulta assurdo leggere di Etta che, forte dello sconvolgimento emotivo in cui avrebbe dovuto trovarsi (vi ricordo che A) si trova in un posto ignoto; B) è circondata da perfetti sconosciuti, per di più sudici e insanguinati; C) pensa di essere stata rapita; D) Alice, una persona a lei molto cara, è stata uccisa a sangue freddo davanti ai suoi occhi), non sembra avere altri pensieri per la testa se non quelli di flirtare e far colpo sul capitano?
Non so voi, ma io (so di averlo detto mille volte, ma lo ripeterò all'infinito) detesto la mancanza di realismo. E nei libri di fantasia o fantascienza questo deve essere ancora più marcato per rendere credibile la narrazione. 
E se ho trovato illogico il modo in cui è nato il sentimento tra i due protagonisti, ho trovato ancora più insensati i loro comportamenti. 
Pare assurdo come Nicholas abbia potuto sopravvivere a numerose battaglie per mare, quando in poche centinaia di pagine, sia lui che Etta, non ne fanno un giusta.
Lei è quella che, senza esagerare, può essere definita una vera palla al piede! 
Non fa che combinare guai e complicare le situazioni, ma lui non è certo da meno! 
Il grande e temerario capitan Nicholas Carter non può tenere un'arma in mano, dato che, ogni qual volta si ritrova a dover sparare un colpo, colpisce e ferisce la sua protetta. 
A definirla protetta infatti mi scappa da ridere.
Invece sono arrivata a pensare seriamente che in cuor suo, il capitano Carter, volesse davvero eliminarla, consapevole di quanto Etta fosse loro d'intralcio con la sua innata capacità di auto-sabotarsi.
Ma detto così sembra tutto molto più divertente di quanto sia in realtà.
Quello dei viaggi nel tempo, come dicevo nella recensione, è un tema difficile da affrontare, perché dà direttamente luogo a situazioni intricate e paradossali a cui è impossibile sfuggire o esimersi dallo spiegare. 
L'autrice tenta di farlo ponendosi delle regole, trovando un modo per giustificare alcune cose e impedirne altre. Ci riesce sì, ma non senza sollevare quella miriade di dubbi che il paradosso stesso fa scaturire.
Se una persona torna nel passato, crea una realtà alternativa o è il suo futuro a cambiare? 
E come questa sorgono un'infinità di domande, tra queste quella che, più di tutte, mi fa arrovellare il cervello, parte da questo ragionamento: Etta viaggiando nel tempo incontra sua madre da giovane, e viene fatto intendere che, anche nella sua linea del tempo originale, Rose (quindi sua madre) da giovane l'avesse incontrata, addirittura ancora prima  di averla messa al mondo!
Ciò significa che il destino è già stabilito? Che qualunque cosa i personaggi decidano di fare l'avevano comunque già fatta? Non sarebbe stato più giusto lasciare intendere l'esistenza di realtà parallele e indipendenti?
Non lo so, come vi dicevo questi argomenti sono troppo complessi e illogici per trovavi una logica.
In definitiva l'idea del libro non è malvagia, ma la scrittura è noiosa, inutilmente prolissa, le vicende snervanti e poco appassionanti, i protagonisti poco credibili.
La storia, in questo primo capitolo della dualogia di cui fa parte, termina con quello che, dato l'andazzo generale, può essere definito "sul più bello", cioè quando era finalmente entrata nel vivo... perciò non mi resta che sperare che il suo seguito, Traveller, sia migliore.

Ringrazio la Sperling & Kupfer per averci omaggiato di una copia cartacea del libro

il mio voto per questo libro

lunedì 29 maggio 2017

E adesso cosa leggo? #7


Salve avventori!
Da quanto tempo non vi pongo questa domanda!
Già, nell'ultimo periodo (strano ma vero) ho sempre avuto le idee abbastanza chiare.
Erano i libri a scegliermi o le circostanze a scegliere per me.
Prima di darvi le opzioni fra le quali verte la mia indecisione, vi faccio un riassunto delle mie ultime letture.

Ho da poco terminato:
♥ la lettura corposa di "Passenger" di Alexandra Bracken, un libro dalla scrittura assai confusa che mi ha lasciata abbastanza insoddisfatta... ve ne parlerò presto.
♥ "Lolita in Love" di Pamela Geroni. Un libro romantico e dolce, che parla di amore ma anche di solitudine (ve ne ho parlato qui).
♥ Ho letto anche "Racconti di Diavoli e una favola" e "L'altra metà delle fiabe", due libriccini editi ABEditore.

Adesso sono indecisa, quale iniziare tra questi?
♥ "Traveller" sempre della Bracken. È il seguito di Passenger, e una parte di me vorrebbe leggerlo subito, sia perché ho ancora la storia bella fresca in testa, e sia perché come si dice "via il dente, via il dolore", ma che vi devo dire, solo a pensare di tornare a leggere di viaggi temporali e di rituffarmi nella raffazzonata scrittura dell'autrice mi sento male. 
♥ "L'ombra del Golem" di Éliette Abécassis (e illustrato da Benjamin Lacombe!!!). Per curiosità ho letto l'incipit e spero davvero che tutto il libro sia bello e affascinante come appaiono quelle prime righe, e se sarà così allora, già lo so, sarà amore *-*
♥ "PersiDiVista.Com" il nuovo libro di Marie-Aude Murail che, almeno a quanto sembra leggendo la trama, questa volta pare si sia messa alla prova con un thriller. La cosa mi incuriosisce molto...

Avete letto o sentito parlare di qualcuno di questi libri?
Quale mi consigliate?

sabato 27 maggio 2017

Recensione: "Lolita in Love" di Pamela Geroni

Titolo: Lolita in Love
Autore: Pamela Geroni
Data di pubblicazione: 29 Maggio 2017
Pagine: 234
Prezzo: 8,90€ (cartaceo) 2,99€ (ebook)
Trama:
Rainbow Day ha diciassette anni, una famiglia problematica e una migliore amica che le ha sempre raccontato tutto, almeno fino a quell’ultima, strana lite. Rainbow ha anche due guilty pleasures: la scrittura e gli abiti Lolita.
Una notte, al parco abbandonato vicino a casa, incontra Tristan: curioso, affascinante, un po’ sbruffone e amante della poesia. Resistergli sembra impossibile quanto vederlo alla luce del sole. Che sia reale o solo un sogno troppo a lungo desiderato?

Recensione:
Rainbow Day è una diciassettenne come tante, e come tante sue coetanee attraversa un momento di profonda disillusione. Non tutto nella sua vita è andato come avrebbe dovuto, o come lei si era sempre immaginata sarebbe andato.
La sua famiglia, il perfetto nido che sin da bambina l'ha accolta e coccolata, facendola sentire sempre protetta e al sicuro, è andato in pezzi. 
Così quando sua madre ha scelto di prediligere il proprio benessere rispetto a quello dei suoi due figli, Rainbow è caduta in un buco nero che l'ha risucchiata, facendo sì che in lei scomparisse ogni barlume di luce e fiducia.
Dopo che una delle persone più importanti l'ha tradita, Rain fatica enormemente ad aprirsi con gli altri. È diventata diffidente, e come arma di difesa si è chiusa a riccio nel suo mondo, sfoderando aculei ben appuntiti ogni qualvolta qualcuno mostri anche il minimo interesse nei suoi riguardi. 
Come chiunque farebbe nella sua situazione, anche lei ha cercato e trovato un modo per sfuggire al dolore e al buio che la avvolge: trova rifugio in una passione, quella per gli abiti Lolita. Si circonda di colori, di pizzi e merletti, di fantasie sognanti, di vestiti che sembrano provenire da un mondo fatto di sogni, favole, giostre e zucchero filato, un mondo dove il dolore e la delusione non hanno accesso e dunque non possono né toccarla né ferirla. 
Così, al riparo dagli occhi indiscreti e dai giudizi affrettati, al sicuro tra le quattro mura della sua camera, indossa quegli abiti e si sente finalmente libera, libera di essere se stessa, la Rainbow che più le piace e nella quale più si riconosce.
Mostrarsi agli altri, è un po' come abbassare le difese, rendersi suscettibili, dare a chiunque il potere di ferirti, e lei non è ancora pronta ad uscire allo scoperto.
Ma il destino, o chi per lui, per la seconda volta le scombinerà i piani con un incontro del tutto inaspettato che non le stravolgerà solo la vita ma anche i sogni...
Tristan è il colpo di fulmine che la porterà, prima piano e poi sempre più marcatamente, ad avere priorità diverse. I suoi pensieri ora gravitano solo attorno a quel ragazzo di cui sa poco o nulla, che non ha mai visto alla luce del sole, e che sembra tanto perfetto quanto irreale.
Pamela Geroni racconta così la sua storia sospesa tra sogno e realtà, tra verità e illusione.
La sua protagonista è caratterizzata da varie sfumature che la rendono particolare: spende un occhio della testa in vestiti che si limita a collezionare e osservare; adora l'aspetto romantico e innocente dello stile Lolita e indossa giacche con orecchie da orsetto, ma è acida come una cassa di limoni ancora ben lontani dalla maturazione; ha paura dei giudizi degli altri, ma giudica gli altri con estrema superficialità; è estremamente permalosa, non le si può dire nulla di neanche vagamente scherzoso senza aspettarsi in cambio una risposta tagliente e triforcuta; pensa che nessuno si interessi a lei, quando in realtà è lei che non vede altro che se stessa e i propri problemi, come se il mondo ruotasse attorno a Rainbow Day.
Un personaggio complesso e reale, pieno di difetti e tutt'altro che amabile e perfetto, un personaggio che appare tanto antipatico quanto concreto e la cui concretezza è smorzata dal "sogno" in cui viene catapultata.
In poche parole Pamela ci racconta la vita di una ragazza qualunque che viene stravolta da un avvenimento straordinario e che proprio dalla straordinarietà del suddetto si fa stravolgere, lasciandosi piano piano andare, smussando alcuni lati del proprio carattere, e scoprendo i propri difetti, ma anche i propri pregi, che tanto aveva cercato di sotterrare sotto uno spesso strato di marmellata al limone.

“Sono io e basta. Solo che questo io è fatto di tanti colori e sfumature, e non è possibile stabilire da dove arrivino. Se quel giallo intenso è nato con me, o quand’ho saputo che avrei avuto un fratellino; se quella sfumatura di blu è il divorzio dei miei genitori. Il gioco dei se e dei chissà è infinito e a essere sincera lo trovo un po’ noioso. Preferisco ammirare lo spettacolo che formano tutti insieme. Imperfetto, senza dubbio, ma unico e irripetibile.”

La crescita e lo spessore del personaggio, il modo in cui l'autrice ne ha descritto gli stati d'animo, i pensieri, le angosce e le paturnie esistenziali, sono le cose che maggiormente ho apprezzato di questo romanzo. 
La scrittura è scorrevole, fresca e non banale. Sa essere divertente e frivola quando serve, ma anche profonda e intensa, capace di mettere nero su bianco, e con poesia, i pensieri e i patemi della sua protagonista. 

“Credi di non poter vivere senza quel qualcosa a cui ti sei appigliato con tutte le tue forze per non volare via nella tempesta, e a quella successiva te ne scordi completamente. Siamo delle piccole creature sciocche e volubili. Ci costruiamo degli equilibri più fragili di noi stessi, e basta un colpo di vento, poi, a farli crollare come scheletrici castelli di carte.”

"Purtroppo" però, alla fine risponde ai canoni del genere YA in cui rientra, abbandonandosi ad uno stucchevole e prevedibile lieto fine. Confesso che avrei preferito (come quasi sempre mi ritrovo a fare con storie di questo tipo) un finale diverso. Ma comprendo la scelta che sicuramente sarà la più gradita alla maggior parte dei lettori.
Spero che l'autrice scriva ancora, perché sa senza dubbio farlo, e che ci racconti altre storie... basta con lo Young Adult però XD

Considerazioni:
Chi mi conosce sa che io e i romanzi YA non abbiamo mai avuto un rapporto idilliaco, o meglio, li leggo ogni tanto, sperando di trovare in loro qualcosa di diverso, che mi faccia ricredere, non dico sull'intera categoria (l'opinione che ho è ormai troppo radicata e ho fin troppe prove che avvalorano la mia tesi), ma almeno su qualche suo esemplare. 
Per quanto mi riguarda, sono libri nella cui scrittura è fastidiosamente evidente l'unico e vero fine, ovvero quello di imbambolare stuoli di ragazzine che vedono il romanticismo in storie d'amore impossibili; che si emozionano e si fanno venire gli occhi a cuoricino leggendo di amori struggenti e improbabili, che hanno come protagonisti le solite ragazze afflitte da dilemmi interiori e il classico bello e dannato che si scopre poi, molto spesso essere,  un vampiro, un licantropo, un angelo caduto, o chissà quale altra stramba creatura.
Insomma, davvero per far sognare le ragazzine bisogna andare così lontano con la fantasia? La bellezza e la naturalezza di un amore "normale" è davvero così scontata da non riuscire più ad emozionare nessuno?
In questo Rainbow Day mi somiglia molto, perché sembra pensarla proprio come me, anche lei detesta quel genere di racconti dove la protagonista stravolge tutta la sua vita per il primo che passa. Lo pensa esatto, perché tra dire e il fare c'è di mezzo il mare, e perché come sappiamo, "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce".
Quindi anche lei si ritrova, suo malgrado, a cadere nel cliché della classica protagonista dei romanzi rosa.
Eppure nella sua storia qualcosina di diverso l'ho trovato.
In "Lolita in Love" c'è del mistero, della magia, e un po' di incanto. C'è quella sensazione di stordimento che si ha al risveglio, quando ancora si fatica a capire se, quello che fino a poco prima sembrava così vivido e reale, per quanto assurdo, sia solo un sogno, il semplice frutto della nostra fantasia.
Rainbow è una moderna Alice nel paese delle meraviglie, sospesa tra il mondo reale e quello onirico, eppure l'uno non le appare meno concreto dell'altro o degno di meno importanza.
Anche quando inizia fortemente a ritenere poco probabile ciò che le sta accadendo, non smette di dargli valore e di credere in ciò che prova e sente per il ragazzo dei suoi "sogni". 
Ovviamente dietro questi sogni c'è qualcosa di più che non posso svelarvi, dovrete scoprirlo da soli...
Da parte mia ho trovato questa lettura piacevole, leggera, ma allo stesso tempo anche intensa e ricca di belle riflessioni.
Nonostante le numerose critiche che, durante la lettura, ho mosso alla protagonista e al suo carattere, non ho potuto fare a meno di riconoscermi in alcuni suoi pensieri e ragionamenti, passioni, timori e stati d'animo.
La storia può piacere o meno, fatto sta che Pamela Geroni ha dato vita ad un personaggio imperfetto, a tratti antipatico anche, ma reale, in cui credo molte lettrici riusciranno a vedersi e riconoscersi.

Ringrazio l'autrice per avermi omaggiato di una copia di questo libro

il mio voto per questo libro

giovedì 25 maggio 2017

Recensione: "Assalto a Villa del Lieto Tramonto" di Minna Lindgren

Titolo: Assalto a Villa del Lieto Tramonto
Autore: Minna Lindgren
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: marzo 2017
Pagine: 240
Prezzo: 16,50 € 

Trama:
Villa del Lieto Tramonto non è più la stessa. Un avveniristico progetto di teleassistenza, combinato alle stravaganti invenzioni della domotica, ha scombussolato ritmi e abitudini della residenza per anziani alla periferia di Helsinki.
Che fare se il frigorifero parlante ripete all’infinito la lista degli alimenti in scadenza? Come intrattenere il robottino da compagnia per evitare la raffica dei suoi stupidi quiz?
Tra una partita di canasta e un caffè solubile, sono questi i nuovi argomenti di conversazione di Siiri, Irma e Anna-Liisa, le tre arzille e affiatate amiche che mai avrebbero immaginato – a novant’anni suonati – di doversi difendere dai minacciosi prodigi della tecnica.
Da quando il personale in carne e ossa è stato licenziato, gli ospiti del Lieto Tramonto comunicano con l’esterno attraverso sofisticate e irritanti pareti intelligenti, mentre le macchine si occupano di tutto.
Ma chi controlla dal cloud questa fredda tecnologia e chi lucra sul suo massiccio impiego?
I dubbi si infittiscono nell’impavido e inseparabile terzetto di nonnine dopo la comparsa di misteriosi volontari: si presentano come fervidi credenti, ma la loro ostinazione nel racimolare donazioni in denaro è a dir poco sospetta.
Per fare luce sulle loro reali intenzioni serviranno tutto il sangue freddo di Siiri, la spensierata vaghezza di Irma, l’acume di Anna-Liisa... e un inatteso aiuto della cara, vecchia Madre Natura.

Recensione:
Avevamo lasciato Siiri, Irma e Anna-Liisa, le tre simpatiche vecchiette, intente a ristabilirsi a Villa del Lieto Tramonto, dopo la breve ma intensa esperienza della comune a Hakaniemi.
La residenza per anziani, a seguito del tanto attesa ed odiata ristrutturazione, non sembra più la stessa: ogni cosa è sotto il controllo della domotica la quale, tramite pareti intelligenti, non fa che guidare gli ospiti nelle faccende quotidiane, per di più dispensando ad intervalli regolari perle di saggezza, e soprattutto di religione.
Sì perché, l'unico personale adesso autorizzato ad entrare nella struttura è costituito dalla congregazione del Risveglio che, più che addetti alla cura, sembrano esperti nello spillare soldi a poveri malcapitati.
Come al solito saranno le nostre care e vecchie amiche a cercare di riportare la calma e la tranquillità in quel posto che bene o male è ormai la loro casa.
Se infatti i robot-infermieri, le poltrone massaggianti e la tv on demand possono apparire delle migliorie, atte ad aumentare la comunicazione in un ambiente poco abituato al contatto con l'esterno, in realtà questi accorgimenti non potranno che accrescere la solitudine dei residenti, convinti di essere giocattoli abbandonati nelle mani di macchine senza sentimenti.
Lo scoramento e il senso di sfiducia, nel prossimo e nella società in generale, sono senza dubbio i temi cardini di questa vicenda.
Gli anziani protagonisti, più di una volta, fanno riferimento al fatto che nessuno dei parenti pare sentire la loro mancanza e che anzi, avendo una vita ben avviata, non trovano più il tempo per far loro visita.
Dalle loro parole risulta palese la sensazione di essere diventati inutili, solo un peso per i propri cari, qualcosa da abbandonare alla prima occasione.
A questo poi si aggiunge l'utilizzo smodato della tecnologia che, invece di accorciare le distanze, finisce quasi sempre per allontanare gli uni dagli altri.
Niente più assistenti che ti chiedono come stai o se hai bisogno di aiuto, ma macchine che controllano i tuoi dati vitali e che perciò sanno sempre ciò che ti serve. O perlomeno quello che loro ritengano ti serva.
In questo scenario desolante si ergono le nostre paladine dalla scintillante armatura che paiono non rassegnarsi all'amaro destino. In particolare Siiri e Irma saranno capaci di organizzare un piano per liberarsi per sempre del cloud, qualunque cosa essa sia.
Dalla loro parte c'è l'amicizia che le unisce e che non conosce tentennamenti. E devo ammettere, i loro dialoghi buffi sono le parti che ho preferito, in particolare la prorompente allegria e la disarmante ingenuità di Irma.
Lei dà quel brio e quella spensieratezza ad una storia che di festoso ha poco o niente.
In effetti, se dovessi fare una stima, le parti leggere e divertenti sarebbero decisamente inferiori rispetto al mood generale, impregnato di scoramento e tristezza.
Anche nel primo libro le problematiche inerenti alla vecchiaia erano affrontate in modo responsabile, come in quest'ultima parte, tuttavia la Lindgren riusciva quasi sempre a sdrammatizzare, evidenziandone anche i lati comici.
Invece sia qui che in "Fuga da Villa del Lieto Tramonto" sembra essersi perso quello spirito iniziale, a favore del predominante desiderio di denuncia sociale. E, per essere chiari, ammiro davvero l'autrice che ha tentato di unire l'utile al dilettevole, mescolando narrativa e attualità, ma a mio avviso il cocktail in questo modo non può risultare perfettamente riuscito.
Per non parlare poi del fatto che questa sarebbe dovuta essere una trilogia gialla eppure di enigmi da risolvere nemmeno l'ombra. In "Mistero a Villa del Lieto Tramonto" le tre protagoniste avevano effettivamente vestito i panni di investigatrici, loro malgrado, per arrivare a capo dell'omicidio del cuoco Tero.
Nel secondo capitolo invece si erano limitate a fuggire ai disagi della ristrutturazione.
Nel terzo e ultimo, questo di cui vi sto parlando per l'appunto, elaborano un piano per liberarsi della domotica ma, non fanno più di tanto per indagare, essendo la situazione losca palese sin dalle prime pagine.
Per questo motivo, mi spiace dirlo, questo libro risulta poco avvincente, perde di efficacia e la lettura di conseguenza diventa inevitabilmente più prolissa.
Un vero peccato, perché, avrei tanto voluto perdermi in pagine divertenti e avvincenti, per gustare in allegria una nuova fetta di tooorta con Irma, con un sonoro chicchirichì in sottofondo.

Considerazioni:
Ero piena di aspettative rispetto a questo libro.
Dopo aver trovato il secondo capitolo decisamente sottotono, mi ero convinta che fosse solo un preludio ad un epilogo scoppiettante.
Mi aspettavo quindi quello che si suol definire "un finale col botto" ma purtroppo così non è stato.
Come vi ho detto poc'anzi, avrei voluto trovare in queste pagine un po' più commedia e un po' meno dramma. E anche un po' più di mistero, di sotterfugi e di indagini.
Ciò che invece ho apprezzato è il peso dato all'amicizia, ai legami che si cementano nel tempo e nelle avversità.

Il gruppetto di anziani rimase in silenzio a godersi il trascorrere del tempo. 
Non avevano fretta, niente e nessuno li aspettava. In una società indotta a vivere nell'impazienza dell'attimo successivo, gustarsi il presente era il loro privilegio. Siiri sorrideva felice posando gli occhi sugli amici, gli ultimi della sua vita. Irma, Anna-Liisa, Margit, Tauno... 
Prima che Irma si trasferisse al Lieto Tramonto, li conosceva solo di vista. Il destino glieli aveva messi accanto per accompagnarla nell'ultimo tratto della sua lunga esistenza. È solo lei sapeva quanto le fossero cari.

Mi sono affezionata ai protagonisti, al loro passato e alle attuali abitudini. E quando uno dei personaggi veniva a mancare (e essendo tutti quasi centenari, la cosa non è da considerarsi così insolita) non ho potuto non intristirmi, pur capendo la necessità di quelle morti.
In particolare ho subito nutrito una forte simpatia per la tenera Eila, uno dei nuovi personaggi che ci regala questo libro, e per la combattuta storia d'amore fra Tauno e Oiva.
A proposito di Tauno, trovo sia sempre istruttivo il servirsi di una figura letteraria pur di far passare un messaggio importante.
In questo terzo capitolo veniamo a conoscenza dell'omosessualità del vecchietto e di quanto lui e il suo compagno abbiano dovuto patire, a causa dei pregiudizi della gente, per doversi poi rassegnare a vivere di nascosto il loro amore.
Mi è spiaciuto molto per loro, ancor di più pensando che quelle situazioni molti le vivono per davvero.
In generale tutto il libro ha il vantaggio di riuscire a suscitare molte riflessioni sulla vecchiaia, le problematiche afferenti ad essa, e la solitudine.
Purtroppo conciliare tutto questo con la spensieratezza e la leggerezza di un giallo sui generis, come era stato appunto definito, non era opera facile.
Ma non importa. In questa storia non avrò trovato grasse risate, ma alcuni buoni amici sì.

Ringrazio la casa editrice Sonzogno per avermi fornito una copia di questo romanzo

il mio voto per questo libro

lunedì 22 maggio 2017

Recensione: "Leggi e sogna con Belle" di Linda Woolverton e Brittany Rubiano

Titolo: Leggi e sogna con Belle
Titolo originale: Beauty and the Beast. Belle's Library
Autore: Brittany Rubiano - Linda  Woolverton
Illustratore: Jenna Huerta
Editore: Giunti (Disney libri)
Data di pubblicazione: febbraio 2017
Pagine: 192
Prezzo: 12,90 € 

Trama:
Belle, la protagonista del film "La Bella e La Bestia", è una grande appassionata di libri. 
Il volume raccoglie non soltanto una serie di citazioni letterarie che la ragazza conserva perché hanno colpito la sua attenzione, ma anche appunti, disegni e racconti della sua vita prima, dopo e durante l'incontro con la Bestia. Corredato da illustrazioni, svela aspetti inediti della celebre storia del film e offre al lettore il personalissimo punto di vista della protagonista, che va quindi ben oltre quanto raccontato sul grande schermo. 

Recensione:
Prima di inoltrarmi a parlare del libro in sé, vorrei spendere due parole per la prefazione, che porta la firma di Linda Woolverton, sceneggiatrice di alcuni film Disney, tra cui ovviamente "La Bella e La Bestia".
L'autrice ci rivela in queste prime pagine alcuni dettagli che hanno portato alla genesi del personaggio di Belle, non un'eroina come tante altre, ma una ragazza intelligente e coraggiosa, unica nel suo genere. Per quanto riguarda il suo amore smodato per i libri, caratteristica che più di tutte la contraddistingue, e in cui noi non possiamo che riconoscerci, la Woolverton ha attinto direttamente alla sua vita, come potrete scoprire dalla sua viva voce. 
Ho trovato questa prima sezione molto carina, sia perché personale e palesemente genuina, ma anche in quanto rimarca l'importanza della lettura, non solo come evasione dalla vita di tutti i giorni, ma come fonte di accrescimento.
Ed è proprio sulla base di questa convinzione che si fonda l'impianto di "Leggi e sogna con Belle", un libro da tenere sul comodino e da leggere e rileggere quando se ne sente il bisogno.
Il tomo consiste essenzialmente in una serie di citazioni tratte dai romanzi preferiti della protagonista, e nei relativi commenti della ragazza.
Devo dire la verità, inizialmente sono rimasta un po' delusa leggendolo, perché i pensieri espressi "da Belle" mi sono sembrati abbastanza elementari, a tratti anche banali.
Ho subito avvertito una certa differenza tra le citazioni selezionate, il più delle volte profonde e cariche di significato, e l'ovvietà delle annotazioni successive (non tutte per fortuna) che nulla aggiungevano a quanto già detto.
Tuttavia andando avanti, credo di essere riuscita a cogliere il senso di questo libro che, a mio parere, vuole essere una sorta di guida morale che, per mezzo di aforismi, vuole insegnare ad apprezzare le cose importanti e rifuggire quelle futili e vane.
Ogni frase presenta infatti un titolo d'apertura che richiama l'argomento scelto, come la collaborazione, la generosità, l'accoglienza, e tanti altri ancora, tutti concetti da tenere bene a mente.
Proprio per questo motivo mi viene più naturale considerare questo libro come una lettura per bambini (target a cui credo sia rivolto) piuttosto che per adulti. Se infatti questi ultimi potrebbero trovare i "consigli" poco utili poiché bene o male già assimilati (a dispetto delle citazioni, interessanti per qualsiasi età), per i più piccini invece la cara Belle potrebbe rappresentare un modello di buona condotta e di saggezza. 
Inoltre il binomio frase/commento potrebbe costituire un punto di partenza utile per i genitori per affrontare con i propri figli alcuni argomenti più seri e delicati, come l'importanza della diversità, l'accettazione dei propri e degli altrui difetti, il valore delle emozioni, la differenza tra apparenza e sostanza.
Per di più, per la serie anche l'occhio vuole la sua parte, il volumetto è curatissimo in ogni dettaglio, con le pagine concluse da eleganti cornici e ornate da bellissime illustrazioni, inerenti sia al contenuto dell'argomento di volta in volta selezionato, che più in generale al castello della Bestia e ai suoi abitanti.
Uniche note dolenti, a mio avviso, sono la copertina (che, se ben ricordate, si è aggiudicata, meritatamente, un posto nella nostra rubrica I hate this cover), e il fatto che le citazioni riportate sono tratte da una stringata selezione di romanzi, quando una più ampia varietà sarebbe stata preferibile.

Ringrazio la casa editrice Giunti per avermi fornito una copia di questo libro

il mio voto per questo libro

mercoledì 17 maggio 2017

Presentazione: "Lolita in Love" di Pamela Geroni

Salve avventori, 
sono davvero felice di presentarvi il libro d'esordio di una delle mie book blogger preferite.
Ho conosciuto questa ragazza grazie alla blogsfera quando, né io, né lei, avevamo ancora un blog dedicato ai libri, ma a farci incontrare nei nostri rispettivi "altri blog" erano stati altri interessi in comune, ovvero quello per per le cose carine (kawaii) e per tutto ciò che è rosa XD
Poi ci siamo ritrovate anche in questa passione, quella per le storie di carta e inchiostro, e anche in questo ambito i nostri gusti sono, spesso, assai simili.
Pamela, che probabilmente conoscete come "Last Century Girl", si definisce appunto una ragazza d'altri tempi, nata forse nel secolo sbagliato, ma capace di apprezzare sia i tempi passati che ciò di bello il suo tempo ha da offrirle.
Ama le storie classiche, perciò da lei mi sarei aspettata un romanzo ambientato nella campagna inglese dell '800, invece mi ha stupito cimentandosi in uno Young Adult.
Solitamente non amo questo genere, ma sento che questo suo romanzo avrà in serbo qualcosa di atipico rispetto a quelli che ho letto sin ora.
Ora vi lascio alla sinossi del romanzo, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi incuriosisce.


Titolo: Lolita in Love
Autore: Pamela Geroni
Data di pubblicazione: 29 Maggio 2017
Pagine: 234
Prezzo: 8,90€ (cartaceo) 2,99€ (ebook) Amazon


Trama: 

Rainbow Day ha diciassette anni, una famiglia problematica e una migliore amica che le ha sempre raccontato tutto, almeno fino a quell’ultima, strana lite. Rainbow ha anche due guilty pleasures: la scrittura e gli abiti Lolita. Una notte, al parco abbandonato vicino a casa, incontra Tristan: curioso, affascinante, un po’ sbruffone e amante della poesia. Resistergli sembra impossibile quanto vederlo alla luce del sole. Che sia reale o solo un sogno troppo a lungo desiderato?

Autore:
Pamela Geroni crede di essere nata qualche secolo troppo tardi, anche se smartphone e laptop sono prolungamenti delle sue braccia. Ha un’anima british, un fidanzato che assomiglia a Harry (il principe, non Styles), un doppio cognome con problemi d’identità e una dipendenza da tè all’ultimo stadio.
Nel 2015 ha creato Last Century Girl, un blog e un canale YouTube dove parla di libri, e di quello che ci gravita attorno. L’Inghilterra non è la sua unica patria elettiva: come Rainbow, adora il Giappone e ha un debole per l’estetica kawaii. Lolita in Love è il suo primo (ma non ultimo!) romanzo pubblicato.

Acquista su Amazon:

lunedì 8 maggio 2017

Recensione: "Fairy Oak. Il potere della luce" di Elisabetta Gnone

Titolo: Fairy Oak. Il potere della luce
Autore: Elisabetta Gnone
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2016
Pagine: 386
Prezzo: 14,90 € 

Trama:
La guerra travolge la valle di Verdepiano. Gli abitanti di Fairy Oak organizzano la difesa, ma il dubbio avvelena i loro animi: il Nemico è riuscito a insinuarsi tra le gemelle? L'Antica Alleanza tra Luce e Buio è spezzata? 
Nonostante l'affetto di Vaniglia, Pervinca è costretta a fuggire ed è allora che il Nemico sferra l'ultimo attacco. Le mura di Fary Oak sembrano resistere, ma il Signore del Buio ha in serbo una sorpresa che sconvolge gli assediati. Forse però non tutto è come appare...

Recensione:
"Il potere della luce" è il capitolo con cui si conclude la magica trilogia ambientata a Fairy Oak.
L'avventura narrata dalla voce della fatina Felì, che racconta la storia delle gemelle Vaniglia e Pervinca, e della dura lotta contro il Teribile 21, è giunta alla sua fase culminante. La Valle di Verdepiano è pronta ad affrontare una delle guerre più terribili che può ricordare, e la paura e la sfiducia sembrano aver colpito anche i cuori più temerari.
I bei giorni paiono davvero finiti, l'ultima battaglia sembra aver segnato gli animi degli abitanti, ormai sempre più sospettosi e diffidenti gli uni con gli altri.
Nessuno si sofferma a chiacchierare per strada, ai bambini viene vietato di uscire a giocare, ma le dicerie e gli occhi sono puntati soprattutto sulla strega del buio di casa Periwinkle: Pervinca. Al villaggio le voci che insinuano di una sua alleanza con l'antico nemico sembrano prendere sempre più piede, e il cestino delle cortesie della domenica sempre più vuoto, sulla soglia di casa, ne dà la triste conferma.
Anche zia Tomelilla viene infine esclusa dall'assemblea dei saggi, a dimostrare quanto casa Periwinkle non goda più della totale fiducia degli abitanti di Fairy Oak.
Tutto pare dunque volgere verso il peggio.
Ma come annunciato dallo stesso titolo di questo capitolo, "il potere della luce" deve ancora manifestare la sua forza e, soprattutto, le gemelle dovranno dimostrare la potenza del loro legame.
Un capitolo, questo, dai toni sicuramente più cupi, ma anche ricco di messaggi positivi: forza, speranza, coraggio e unione. Proprio così, perché è nei momenti peggiori che gli animi si rivelano, nel bene e nel male. Chi soccombe alle asperità e chi le combatte e le vince.
La piccola Vaniglia mostra, con tutta se stessa, l'estrema fiducia che nutre nella sua gemella, anche quando tutto sembra provare il contrario, Babù non dubita mai di lei e delle sue intenzioni.
Pervinca esprime tutto il coraggio e la forza di chi, pur sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso, persevera in ciò che sa essere giusto. Si sacrifica, va incontro all'ignoto, per il bene dei suoi amici e degli abitanti di Fairy Oak, sì, anche di quelli che le hanno voltato le spalle.
Grisam, Flox, Shirley e tutti i bambini del villaggio (la ciurma del capitano Talbooth) sono i veri eroi di queste pagine (come in passato lo sono state Mentafiorita e Scarlet Violet). Loro, molto più degli adulti, si mostrano uniti e combattivi. Pronti a credere nel bene, a lottare e vincere anche contro qualcuno o qualcosa che sembra essere molto più forte di loro.
È questo, dunque, il messaggio principe di una storia che di messaggi ne ha davvero tanti. 
Si conclude così una trilogia ricca di amicizia, magia e speranza, una finestra aperta su un mondo incantato che sembra avere ancora molto da raccontare...
Un'avventura finisce ed un'altra ci aspetta, Felì pare avere ancora altre storie da raccontarci, e per fortuna! Non sono ancora pronta a dire addio a Fairy Oak!

Considerazioni:
Come ho detto nella recensione, e come era prevedibile, questo capitolo è stato caratterizzato da toni più cupi rispetto ai due che lo avevano preceduto. È giunta l'ora della resa dei conti e quasi tutto il racconto è, ovviamente, incentrato sulla battaglia finale.
Tuttavia non mancano i delicati momenti di dolcezza a cui Elisabbetta Gnone ci ha abituato.
È stato commovente e tenero leggere del capitano Talbooth, la cui figura è andata delineandosi, via via, nella trilogia. Come non affezionarsi a quell'uomo apparentemente così burbero, ma dal cuore tanto tenero?
Ma ancora più bello è stato leggere come i bambini di Fairy Oak si siano affezionati a lui, restandogli fedeli come dei buoni marinai restano fedeli al loro capitano.
Elisabetta Gnone trasforma i ragazzi nei veri eroi della storia, prime fra tutti Vaniglia e Pervinca, ma tutti i loro amici non sono certo da meno! Ognuno ha i suoi meriti, ognuno si mostra coraggioso e pronto a combattere, lottare per il villaggio in cui è cresciuto, con l'avventatezza ma anche la speranza di cui solo i bambini sono capaci.
Gli adulti invece, come accade nella realtà, si mostrano più suscettibili alle dicerie e alle paure, più diffidenti e quindi propensi a mettere in dubbio gli amici di sempre.
È stato triste leggere il voltafaccia di alcuni, vedere come il dubbio si sia insinuato in quel villaggio che nel primo capitolo sembrava legato da un'armonia indistruttibile.
È così che una storia di fantasia si mostra, di colpo, molto più reale e vera di quanto ci si potesse aspettare, perché la Gnone non ha fatto che mostrarci le debolezze dell'animo umano attraverso i suoi personaggi che, come le persone reali, nelle situazioni difficili tendono a mostrare chi il meglio, chi il peggio del proprio carattere.
La lotta contro il Teribile 21 si è conclusa, ma sono felice che la storia abbia ancora qualcosa da dirci, perché c'è ancora tanto che voglio sapere sui suoi abitanti... in particolare di Shirley Poppy che fra tutti è il personaggio che più mi ha incuriosito. Sono infatti molto contenta che ci sia ad attendermi "Gli incantevoli giorni di Shirley", un intero libro dedicato a lei, che mi aspetta!
Riguardo al passato di Fairy Oak avrei voluto sapere come Mentafiorita e Scarlet Violet sono riuscite nell'impresa che, anni più tardi, ha visto le gemelle vittoriose.
Chissà se nei quattro misteri di Fairy Oak ci verrà rivelato qualcos'altro a riguardo... 
Non mi resta che tornare a immergermi nel mondo di Fairy Oak per saperlo, e non sarà un grande sacrificio XD

Recensioni capitoli precedenti:
Ringrazio la Salani per averci omaggiato di una copia cartacea di questo libro 

il mio voto per questo libro 

martedì 2 maggio 2017

Estratto: "Le stanze dei ricordi" di Jenny Eclair

Salve avventori!
Oggi vi propongo un passo tratto da "Le stanze dei ricordi" di Jenny Eclair, libro che, come potete vedere dalla recensione, non mi ha convinto pienamente.
Quella riportata qui sotto però è una delle poche scene che mi ha colpito. Ha per protagonisti Lucas e sua madre Barbara, ormai troppo vecchia e stanca.
L'uomo, guardandola, non può non ripensare ai tempi in cui tutto era diverso, in cui la sua era ancora una famiglia felice...
Buona lettura!

Sua madre è assolutamente uguale a come l'ha lasciata, la piccola sagoma di ciò che resta di lei sotto il sudario delle lenzuola azzurre. Le posa l'album sulle coperte e spruzza un po' di Diorissimo attorno al cuscino. Per un attimo Lucas si consente di immaginare che Barbara sorrida. Avvicina la sedia al letto, le prende la mano. Non c'è altro che si possa fare.
«Sono qui, mamma, va tutto bene.»
Il sangue è forte. La madre è l'unico parente che gli sia rimasto, e forse l'ha amato troppo, ma forse è questo che fanno le madri.
Vorrebbe che Barbara se ne andasse immaginando di essere comoda su una sdraio nel patio, a River Walk: le porte-finestre della sala da pranzo sono aperte, a portata di mano ci sono una caraffa con qualche bevanda deliziosamente fresca e una delle torte che lei prepara, questa è coperta di ciliegie. C'è anche suo padre, e Lucas è un bambino tornato a casa da Witterings per le vacanze estive. Il padre fa il lanciatore, Lucas il battitore, il sole splende, e questo è uno di quei momenti dorati prima che tutto vada a catafascio.
Tac! Il rumore della palla di cuoio contro la mazza di legno di salice, il sole splende, e per un instante tutto è perfetto...