martedì 30 maggio 2017

Recensione: "Passenger" di Alexandra Bracken

Titolo: Passenger
Autore: Alexandra Bracken
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 28 marzo 2017
Pagine: 420
Prezzo: 18,90 € (cartaceo) 9,99 € (ebook)


Trama:
In una terribile notte, la giovanissima Etta Spencer perde tutto quello che conosce e ama.
Catapultata all'improvviso in un mondo sconosciuto, ha un'unica certezza: non ha viaggiato per chilometri, bensì per secoli. La sua famiglia, infatti, possiede la capacità di viaggiare nel tempo. Un'abilità di cui lei ha sempre ignorato l'esistenza. Fino a ora. Passeggera a sorpresa su una nave nel bel mezzo dell'oceano, e disposta a tutto per ritornare alla propria epoca, Etta inizia una straordinaria avventura attraverso secoli e continenti in campagna di Nicholas, giovane capitano della nave, alla disperata ricerca di un oggetto misterioso di inestimabile valore in grado di salvare il suo futuro. 

Recensione:
Se fino a quel giorno di settembre aveste chiesto ad Etta Spencer di definire la sua vita, probabilmente vi avrebbe risposto che, fatta eccezione per qualche particolare, la sua poteva essere definita un'esistenza abbastanza comune. 
Certo, Rose, sua madre, non avrebbe mai concorso al titolo come "mamma dell'anno" e non avrebbe nemmeno ricevuto la fascia per la miglior attrice protagonista nella sua vita. Un'ottima comparsa, questo sì, lo era stata e continuava ad esserlo con i suoi silenzi, i misteri, gli sguardi sfuggenti, e il suo passato costellato da viaggi per il mondo di cui non aveva mai voluto parlare più di tanto.
Una donna che per Etta è sempre stata un enigma, un po' come quelle storie delle sue avventure che le raccontava a mo' di favola della buonanotte. 
E anche la stessa Etta non potrebbe, in tutta coscienza, considerarsi un'adolescente come tante, data la sua scelta di mettere da parte tutto, anche la sua vita personale e amorosa per la sua più grande passione: il violino.
Una musicista, ecco cosa desidera diventare con tutta se stessa, e quello che ci viene raccontato è un giorno particolarmente importante per la sua carriera, il giorno da cui tutto avrà inizio... ma Etta non ha idea che il suo destino è già segnato da tempo, e quello sarà sì il principio, ma di qualcosa che non avrebbe mai potuto, nemmeno lontanamente, sospettare.
Etta è una viaggiatrice, come lo è sua madre, e come lo erano i suoi antenati da cui ha ereditato la straordinaria capacità di viaggiare nel tempo, nelle ere passate e future.
Una notizia che può apparire meravigliosa, se non che, di punto in bianco, e ancora all'oscuro di tutto, la ragazza si ritrova su di un veliero, circondata dalle onde e da volti estranei che sembrano provenire da un tempo molto lontano e distante.
Cosa le è successo e il perché della sua presenza a bordo saranno chiari a lei, e al lettore, solo con il tempo. 
Inizia così un'avventura fatta di misteri, segreti, guerre tra famiglie per riuscire a detenere il potere sul tempo, ricatti, omicidi, viaggi spazio-temporali, paradossi e concitati inseguimenti.
Ad aiutare Etta nella sua avventura alla ricerca del misterioso astrolabio, manufatto capace, con il suo potere, di creare dal nulla passaggi temporali, ci sarà il giovane capitano Nicholas Carter, un uomo di colore che, imprigionato nel diciottesimo secolo, subisce ancora la discriminazione causata dal colore della sua pelle.
Tutto qui? Certo che no! Alexandra Bracken non si è certo fatta scappare l'opportunità di inserire nel suo romanzo d'avventura una romantica storia d'amore tanto struggente e melodrammatica quanto forzata e improbabile.
Nel complesso il romanzo risulta lento, prolisso e confuso. Le reazioni dei protagonisti sono inverosimili, e i viaggi nel tempo, che avrebbero potuto essere sfruttati per narrare scenari interessanti dal punto di vista storico, sono invece banalizzati e sprecati. Ridotti a semplici location per gli intrallazzi dei giovani innamorati.
L'argomento dei viaggi temporali, e quello dei relativi paradossi che questi vengono inevitabilmente a creare, è un tema troppo complesso, per essere narrato in modo credibile e coerente necessita di una grande capacità di scrittura e di ragionamento. Qui, invece, il tutto appare svilito, e ovviamente alla fine risulta evidente come, per l'autrice, tutta la storia si riduca ad essere solo una scusa, una scenografia originale e contorta allestita per narrare dell'ennesima storia d'amore.

Considerazioni:
Passenger è uno di quei libri dall'inizio molto lento, che faticano ad ingranare e portarti nel vivo della storia. Sin dalle prime pagine si ha la sensazione che quella che si ha tra le mani non sarà una lettura semplice e di facile comprensione, ha, difatti, uno di quegli incipit che disorientano. Un prologo in cui si racconta un avvenimento importante, nel pieno del suo svolgimento, ma che il lettore non può comprendere non avendo nessuna nozione a riguardo.
La situazione migliora con il primo capitolo, quando ci viene narrata la vita della protagonista ma, ahimè, dal momento in cui Etta Spencer sale a bordo della Ardent la narrazione torna a farsi pesante, noiosa e confusa.
La responsabilità di tutto ciò, a mio parere, è da imputare alla scrittura dell'autrice che risulta troppo caotica e disordinata.
Fin troppo spesso mi sono ritrovata a rileggere le stesse frasi per capire chi parlasse a chi, chi dicesse cosa, o a chi si riferisse un dato paragrafo.
Tutto questo non ha fatto che smorzare il già poco entusiasmo che mi aveva messo la storia, che comunque non è riuscita a prendermi più di tanto anche a causa della poca credibilità delle vicende. 
E no! Non mi riferisco alla scarsa attendibilità che può avere una storia basata sui viaggi nel tempo, ma alla poca verità che ho riscontrato nei protagonisti.
Le loro emozioni e reazioni mi sono sembrate quanto di più lontano ci si possa aspettare da una situazione reale. 
Per fare un esempio mi riferisco a quando Etta, da trovarsi all'auditorium per mettersi alla prova con un'esibizione di violino, si ritrova, all'improvviso, catapultata su una nave, circondata da perfetti sconosciuti e, anziché dare completamente di matto, come ci si aspetterebbe da una qualunque persona posta nelle medesime circostanze, saluta la ciurma con un timido e spaurito "salve".
Vi pare possibile? Vi pare questa una reazione credibile?
Mi ha inoltre infastidito che sin da subito l'autrice abbia reso manifesto l'intento di creare una storia tra Etta e il capitano Nicholas.
La Bracken non ha esitato nemmeno un attimo nel far intendere il (decisamente improbabile date le circostanze) feeling tra i due.
Il risultato che ne è scaturito è quello di una situazione molto forzata, poco spontanea e naturale. I due si infatuano l'uno dell'altro, ma ciò avviene non perché nasce e si sviluppa un interesse sempre crescente, ma semplicemente perché la Bracken voleva metterci la storia d'amore. Così ha deciso e così è! 
Cosa importa se risulta assurdo leggere di Etta che, forte dello sconvolgimento emotivo in cui avrebbe dovuto trovarsi (vi ricordo che A) si trova in un posto ignoto; B) è circondata da perfetti sconosciuti, per di più sudici e insanguinati; C) pensa di essere stata rapita; D) Alice, una persona a lei molto cara, è stata uccisa a sangue freddo davanti ai suoi occhi), non sembra avere altri pensieri per la testa se non quelli di flirtare e far colpo sul capitano?
Non so voi, ma io (so di averlo detto mille volte, ma lo ripeterò all'infinito) detesto la mancanza di realismo. E nei libri di fantasia o fantascienza questo deve essere ancora più marcato per rendere credibile la narrazione. 
E se ho trovato illogico il modo in cui è nato il sentimento tra i due protagonisti, ho trovato ancora più insensati i loro comportamenti. 
Pare assurdo come Nicholas abbia potuto sopravvivere a numerose battaglie per mare, quando in poche centinaia di pagine, sia lui che Etta, non ne fanno un giusta.
Lei è quella che, senza esagerare, può essere definita una vera palla al piede! 
Non fa che combinare guai e complicare le situazioni, ma lui non è certo da meno! 
Il grande e temerario capitan Nicholas Carter non può tenere un'arma in mano, dato che, ogni qual volta si ritrova a dover sparare un colpo, colpisce e ferisce la sua protetta. 
A definirla protetta infatti mi scappa da ridere.
Invece sono arrivata a pensare seriamente che in cuor suo, il capitano Carter, volesse davvero eliminarla, consapevole di quanto Etta fosse loro d'intralcio con la sua innata capacità di auto-sabotarsi.
Ma detto così sembra tutto molto più divertente di quanto sia in realtà.
Quello dei viaggi nel tempo, come dicevo nella recensione, è un tema difficile da affrontare, perché dà direttamente luogo a situazioni intricate e paradossali a cui è impossibile sfuggire o esimersi dallo spiegare. 
L'autrice tenta di farlo ponendosi delle regole, trovando un modo per giustificare alcune cose e impedirne altre. Ci riesce sì, ma non senza sollevare quella miriade di dubbi che il paradosso stesso fa scaturire.
Se una persona torna nel passato, crea una realtà alternativa o è il suo futuro a cambiare? 
E come questa sorgono un'infinità di domande, tra queste quella che, più di tutte, mi fa arrovellare il cervello, parte da questo ragionamento: Etta viaggiando nel tempo incontra sua madre da giovane, e viene fatto intendere che, anche nella sua linea del tempo originale, Rose (quindi sua madre) da giovane l'avesse incontrata, addirittura ancora prima  di averla messa al mondo!
Ciò significa che il destino è già stabilito? Che qualunque cosa i personaggi decidano di fare l'avevano comunque già fatta? Non sarebbe stato più giusto lasciare intendere l'esistenza di realtà parallele e indipendenti?
Non lo so, come vi dicevo questi argomenti sono troppo complessi e illogici per trovavi una logica.
In definitiva l'idea del libro non è malvagia, ma la scrittura è noiosa, inutilmente prolissa, le vicende snervanti e poco appassionanti, i protagonisti poco credibili.
La storia, in questo primo capitolo della dualogia di cui fa parte, termina con quello che, dato l'andazzo generale, può essere definito "sul più bello", cioè quando era finalmente entrata nel vivo... perciò non mi resta che sperare che il suo seguito, Traveller, sia migliore.

Ringrazio la Sperling & Kupfer per averci omaggiato di una copia cartacea del libro

il mio voto per questo libro

5 commenti:

  1. Bella recensione! Anche a me Passenger non è piaciuto, confido in una ripresa nel secondo libro. Io non sono riuscita a dargli più di due e mezzo su cinque. Il mezzo punto è per la copertina.
    xoxo Connor

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    1. Io ho dato tre biscotti giusto perché ho considerato la complessità del tema, non era affatto facile da trattare.

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  2. Bella recensione! Anche a me Passenger non è piaciuto, confido in una ripresa nel secondo libro. Io non sono riuscita a dargli più di due e mezzo su cinque. Il mezzo punto è per la copertina.
    xoxo Connor

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  3. Ti dico la verita ne ho sentito parlare molto di questo libro e ne sono molto curiosa vedrò se riesco a prenderlo :D Grazie per la recenzione
    Buona Domenica

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