lunedì 5 giugno 2017

Recensione: "La galleria degli enigmi" di Laura Marx Fitzgerald

Titolo: La galleria degli enigmi
Titolo originale: The gallery
Autore: Laura Marx Fitgerald
Editore: Fabbri Editore
Data di pubblicazione: 16 marzo 2017
Pagine: 269
Prezzo: 15,90 € 

Trama:
Siamo a New York, nel 1928, e agli occhi di una dodicenne, l’abitazione di Mr. Sewell sembra quasi un castello delle fiabe, con tanto di principessa prigioniera nella torre. Sì, perché la moglie di Mr. Sewell, Rose, da anni vive reclusa in soffitta, dove nessuno può salire nemmeno per portarle i pasti, spediti nella sua camera con un montavivande. 
Gli altri domestici sostengono che sia pazza, ma Martha, a cui la fantasia non manca, comincia a pensare che dietro i quadri che la donna chiede continuamente di portare su e giù dalla sua galleria privata si celi un codice: e se la scelta dei dipinti non fosse casuale, bensì un ingegnoso metodo per trasmettere un messaggio di aiuto? 
Come presto scoprirà, in quella casa piena di segreti niente è come sembra, e nessuno è chi sostiene di essere. 
Riuscirà Martha a risolvere il mistero che lega tra loro i dipinti e a portare alla luce la verità seppellita in soffitta insieme a Rose?

Recensione:
Una ragazzina tutto pepe, una donna reclusa in soffitta, un uomo misterioso, una dimora ricca di stanze quanto di segreti. 
Sembrano gli ingredienti di una storia coi fiocchi, una di quelle da divorare parola dopo parola, ed in effetti è proprio così, perché la vicenda narrata in queste pagine ha tutto ciò che serve per rendere l'intreccio iniziale, che è di per sé già un buon punto di partenza, sempre più coinvolgente.
La carta vincente di tutto il libro è senza dubbio la protagonista, così curiosa e piena di vita e di domande. Con Martha non ci si annoia mai, grazie alle sue battute di spirito, il suo modo di fare istintivo, e la naturale franchezza che le impedisce di rispettare le gerarchie.
Non sa tenere a freno la lingua, e perciò dice tutto ciò che pensa senza pensarci due volte (scusate la ripetizione). 
Capisco che, detto così, sarebbe facile per voi immaginare Martha come la solita adolescente tutta divertimento, ma in realtà le cose non stanno proprio in questo modo. Man mano che si va avanti, verranno fuori nuovi lati di lei: il suo essere tenera e premurosa con i fratellini, l'istinto di protezione verso il papà, il senso di responsabilità verso la mamma, la forza nell'affrontare nuove e difficili situazioni.
E cosa c'è di più arduo che stabilire se la padrona di casa è una donna malata e bisognosa di cure, oppure una vittima reclusa contro la sua volontà? E che dire poi di Mr. Sewell? Un uomo innamorato o un aguzzino senza scrupoli?
Ovviamente non vi dirò da che parte stia la verità, posso però affermare senza mezzi termini che il percorso per arrivare ad essa è stato appassionante e avvincente. Non c'è stato momento in cui la curiosità sia venuta meno, anzi, dopo aver finito un capitolo, non vedevo l'ora di fiondarmi sul successivo.
Altra cosa che ho davvero apprezzato è l'inserimento di opere d'arte nella trama, al fine di trasmettere determinati messaggi o rivelazioni. 
Ora, io potrei anche essere di parte (considerando i miei studi umanistici), ma trovo lo stratagemma dei dipinti davvero geniale. Per mezzo di esso, abbiamo modo di intrecciare gli stati d'animo e le vicende dei nostri protagonisti con gli accadimenti di altri personaggi letterari del passato, e in particolare di eroine coraggiose.
Ogni quadro ha una sua storia, e ogni quadro contribuisce a raccontare anche la storia di casa Sewell, in modo originale e accattivante.
Un particolare poi che non può essere sottovalutato è il contesto storico, che ci rende partecipi del proibizionismo, delle battaglie politiche, degli atti terroristici, e soprattutto della condizione della donna a quei tempi.
Ne è l'esempio lampante Rose Sewell, l'altra grande protagonista di questo romanzo (quasi tutto al femminile), ritenuta fin troppo libertina e indipendente per la società a lei contemporanea.
Una donna che si è fatta da sola, che non ha bisogno di un uomo che la mantenga, che vive alla giornata, assaporando un'emozione dopo l'altra.
Inutile dire che ho trovato Rose, meglio nota come la Rosa Selvaggia, un personaggio davvero affascinante, tutto da scoprire.
Altre figure si avvicendano nel racconto, rivelandoci di loro poco a poco, e instillando nuovi dubbi e sospetti nella mente di noi lettori.
Credo che questo sia uno dei punti di forza del romanzo, riuscire a tenere sempre alta la tensione, e ad alternare momenti di pathos, ad altri più divertenti, sino ad arrivare a quelli (numericamente minori) più nostalgici e profondi.
Ultima cosa di cui vorrei parlarvi sono le annotazioni finali della scrittrice, che ci rivelano quanto di vero c'è nella storia narrata, e in particolare a quali fatti di cronaca ha attinto. Ci dà inoltre alcuni preziosi consigli, qualora volessimo cimentarci nella scrittura.
E per ultimo, ma non meno importante, la Fitzgerald ci parla di una collezione segreta, quasi quanto quella della signora Sewell. Esiste quindi davvero una galleria degli enigmi? Non vi resta che scoprirlo.

Considerazioni:
Non conoscevo quest'autrice e, dopo questo libro, posso dire di essermi perdutamente innamorata del suo modo di scrivere. 
Laura Marx Fitzgerald è riuscita a creare un intreccio accattivante, ricco di pathos ed emozioni.
Più si va avanti, più si ha fretta di arrivare alla fine.
D'altra parte, più si conosce Martha, più dispiace abbandonarla. Lei è indubbiamente la protagonista del romanzo, non solo perché ha il ruolo centrale e più attivo, ma anche perché ha una personalità così preponderante da oscurare qualunque altra nei paraggi.
E la cosa più bella della dodicenne sta nel fatto che lei è una di noi: agisce come farebbe chiunque altro al suo posto, non ha sovrastrutture, è spontanea, vera, umana.
Non una di quelle figure letterarie poco convincenti, che sembrano solo ricoprire un ruolo predestinato.

«Volevo dire la Bibbia. Chiunque l'abbia scritta, ha scaricato tutta la colpa su Eva. Chi può darle torto se voleva conoscere un segreto di quella portata? E perché Dio l'ha tanto decantato per poi proibirlo? Io so che se mia madre dicesse ai miei fratelli "Non mangiate la torta che ho appena fatto", loro ci ficcherebbero le dita dentro non appena lei volta le spalle. Meglio nasconderla sotto il letto e lasciare che si domandino come mai la casa profumi di ciliegie».
«Martha O'Doyle, ti ordino di tacere immediatamente.» 
È questo il guaio, una volta che comincio a farmi domande, la mia mente si lancia dritta per la sua strada. Come i miei fratellini nel traffico. 
«E non capisco come mai Adamo sia diventato l'eroe di questa storia. Non è che si è fatto pregare molto per fare la stessa cosa che Eva aveva avuto il coraggio di fare per prima. Perché è stata Eva a beccarsi la maledizione? Perché i maschi non sono costretti a passare una settimana al mese con un panno tra le gambe come noialtre?»

Lo stesso si può dire per Rose Sewell. Ho amato gli aneddoti sul suo passato, a tal punto che vorrei uno spin off sui suoi giorni da giovane ribelle.
Più enigmatici rimangono gli altri attori non protagonisti, come Alphonse o i genitori di Martha.
Di Mr. Sewell non vi parlerò, perché non vorrei in nessun modo influenzarvi con le mie opinioni.
Chi mi ha invece colpito è il papà di Martha (detto Papo), che pur restando sempre un po' in disparte, è tra quelli che regala più emozioni, anche se non sempre positive. È una persona fragile, troppo incline a cadere in fallo, e a ferire il prossimo, prima fra tutti la sua bambina.
Mi ha fatto impressione leggere di Martha così matura, pronta a rimettere in sesto chi dovrebbe prendersi cura di lei. Mi ha fatto impressione soprattutto riconoscere in una situazione su carta una realtà purtroppo molto comune, quella dei ragazzi, costretti dalle circostanze, a crescere molto più in fretta.
Ritengo che le scene incentrate sul rapporto padre e figlia, come anche quelle che alludono alla vecchiaia, hanno contribuito a dare a questo libro uno spessore che sinceramente non credevo di trovare.
Non vi nego che proprio il finale mi ha lasciato delle sensazioni strane, una sorta di nostalgia e di tristezza, che non avrei mai pensato di rinvenire in queste pagine.
Ma è questo il bello della lettura, non riuscire ad immaginare cosa ci attende alla fine. Perché non c'è niente di meglio di una bella sorpresa, non trovate?

Ringrazio la casa editrice Fabbri Editore per avermi fornito una copia di questo romanzo

il mio voto per questo libro

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