mercoledì 6 dicembre 2017

Recensione: "Jum fatto di buio" di Elisabetta Gnone

Titolo: Jum fatto di buio
Autore: Elisabetta Gnone
Papercut: Linda Toigo
Editore: Salani
Pagine: 215 
Prezzo: 14,90 € 

Trama:
È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. 
È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. 

Recensione: 
Sono passati diversi mesi da quando abbiamo lasciato Olga e gli abitanti di Balicò. Ora è inverno, il paesino è coperto da un manto di soffice e bianca neve: ha invaso le strade, cristallizzato le acque del fiume e coperto i giovani alberi di ghiaccio e brina. Il gelo ha preso parte alla vita del villaggio, e tutti sono in attesa che Olga torni a scaldarli con una delle sue straordinarie storie.
Il bosco, il posto preferito dalla giovane Papel, quello dove era solita rifugiarsi perdendosi nei suoi pensieri, è stato perlopiù decimato. I grandi alberi, che davano riparo a famiglie di uccellini e agli altri animali dei boschi, sono stati sacrificati per la legna, unico mezzo con cui Balicò e i suoi abitanti riescono a far fronte all'inverno.  
E ora, al posto di quel bosco rigoglioso, vi è solo un grande vuoto. È proprio osservando quella grande desolazione che alla piccola Olga torna in mente Jum la creatura fatta di buio che di buio si nutre.
Intanto, al villaggio, sono in molti a reclamare le storie della bambina, dalla arzilla  signora Erisina, alla barbiera Tomeo, dai fratelli Grampet, all'amica Mimma che vive lontana, fino a Bruco il migliore amico di Olga e suo spettatore preferito. 
Ed è proprio la storia di Jum che Olga sceglierà di raccontare. Una storia fatta di tante storie, una per ciascun abitante: ad ogni paziente la sua medicina.
E come una medicina le storie di Olga agiranno nell'animo dei paesani, amare all'inizio, ma capaci, sorso dopo sorso, di guarire.
Dalla storia della signora Inutilina, a quella dell'uomo che fissava il buio, ognuna ha per protagonista Jum, l'essere gelatinoso e informe, che si muove strisciando e vaga nel mondo in cerca di una preda, una persona triste, della cui tristezza cibarsi.
Proprio così, perché la creatura, invisibile a occhio umano, si ciba di lacrime, ed è grazie ad esse che cresce e si rinvigorisce, tanto più esse sono cariche di sofferenza e dolore, tanto più lui ne trae giovamento.
Ma Jum non è un mostro che si può combattere con le armi, non è una bestia a cui si può dare la caccia. Jum è il buio che si insinua nei vuoti che la vita ha lasciato, li occupa e vi si sedimenta, fino a che la sua presenza, e la convivenza con lui, diventa naturale, ovvia, e consueta, sino a indurre a credere che non si possa vivere altrimenti se non in sua compagnia.
Il Buio diventa parte di chi lo nutre, di chi in esso si crogiola, l'unica soluzione è reagire, trovare, giorno dopo giorno, qualcosa per cui valga la pena tornare a sorridere.
Elisabetta Gnone tramite la sua piccola Olga, bambina tanto saggia e speciale, parla con estrema dolcezza e delicatezza di uno dei più grandi mostri con cui siamo destinati a combattere: il dolore.
Quella raccontata in queste pagine non è una favola, Jum esiste, e tutti, prima o poi, siamo destinati a fare la sua conoscenza.
Sarà l'abbandono della nostra terra d'origine, il dover essere distanti da chi si ama, una malattia, la perdita di una persona cara, la paura di vivere, la paura della paura stessa. Jum è in agguato, perchè nessuno, nemmeno il più fortunato, può sfuggire al dolore.
Se il primo viaggio in compagnia di Olga ci aveva regalato incontri divertenti, posti meravigliosi e dolci emozioni, questo regala riflessioni, malinconia, tenerezza e speranza.
Il buio esiste, ma noi siamo lumini e, in quanto tali, siamo destinati a splendere, dobbiamo solo trovare il modo per farlo.

Considerazioni:
Olga Papel non smette mai di stupirmi, e io sono innamorata di lei e della sua storia.
Una bambina con un passato tutt'altro che fortunato, che ha affrontato sin da piccolina il dolore oscuro che solo la perdita di una mamma può provocare e, nonostante questo, non smette di dare amore e speranza agli altri.
È un'adulta nell'esile corpo di una ragazzina di undici anni che, come una grande saggia, va in giro per il villaggio a dispensare dolci medicine sotto forma di storie.
A ogni abitante la sua storia che, per caso o per volontà della piccola narratrice, si adatta alla perfezione con il dolore che il suo interlocutore sta affrontando.
Non ci è dato sapere se le storie narrate dalla piccola siano reali o inventate sul momento, del resto Olga è una ragazzina molto speciale (se avete letto la sua prima avventura lo saprete bene) e dando per scontato che le sue siano solo favole create ad hoc  potremmo incorrere in un grosso errore. 
Ma che sia reale o meno come creatura, Jum esiste e fa paura.
Lo sanno bene gli abitanti di Balicò, che sordi alle spiegazioni di Olga, e non comprendendo la vera essenza della sua natura, proveranno a combatterlo con le armi, facendo più danni che altro.
Ma Jum non si può combattere che con la forza di volontà, ce lo fa capire bene la piccola Papel tramite le sue storie.
Tutti i protagonisti dei suoi racconti, in un modo o nell'altro, trovano un modo per liberarsi di Jum, eccetto un'indolente famiglia che, per il terrore di agire, soccombe.
Questo è solo uno dei messaggi che si possono trovare in queste pagine in cui la Gnone, con eleganza e raffinatezza, diverte ed emoziona, ma soprattutto ci fa notare quanto il dolore faccia parte della vita di tutti.
Certo, questo lo sappiamo, eppure quando soffriamo tendiamo a credere che il dolore sia solo affar nostro, qualcosa dì esclusivo, che nessuno, eccetto noi, può davvero comprendere. E invece Olga con le sue storie ci sventola in faccia l'evidenza.
Le cause per cui si soffre sono quelle e sono più o meno uguali per tutti. Il dolore ci accomuna è come reagiamo ad esso che ci distingue.


Ringrazio la Salani per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

5 commenti:

  1. Temo che dovrò attendere ancora un bel po' prima di tornare a Balicò, intanto però è stata una gioia affacciarmi a questa finestra aperta e respirare l'aria del mondo di Olga, anche solo il tempo di una recensione.

    P.S. Chissà probabilmente Jum è solo un altro nome del Terribile 21.

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  2. È nella lista dei prossimi acquisti. Non vedo l'ora di leggere le nuove storie della piccola Olga :)

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  3. Wow! Addirittura il massimo dei voti; dovrà essere proprio una gran bella lettura :)

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    1. In realtà il nostro massimo è sei. Però dai, non ci è andato affatto lontano XD

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  4. Sia questo che il primo volume mi incuriosiscono molto, ma ho paura che sia troppo per ragazzi, però tu ne hai parlato così bene che un pensierino lo faccio

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