venerdì 17 maggio 2013

Recensione: "Ragione e Sentimento" di Jane Austen

Titolo:  Ragione e sentimento
Titolo originale: Sense and Sensibility
Autore: Jane Austen
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: ottobre 2010
Pagine: 443
Prezzo: 9,50€ (Amazon)

Trama: 
Il romanzo è ambientato nell'Inghilterra dell'800, parla di amore, passione, sentimenti e convenzioni sociali. Incentrato sulle vicende sentimentali delle sorelle Dashwood, quella maggiore Elinor e la minore Marianne, vuole soprattutto mettere in evidenza le differenze caratteriali e comportamentali delle due.
Elinor guidata dalla ragione, attenta alle buone maniere, che costringe spesso i suoi sentimenti e i suoi pensieri perché esternarli potrebbe essere troppo spudorato, azzardato o egoista.
Marianne istintiva, passionale e schietta, nei sentimenti, nelle opinioni e nei giudizi.
Non disposta a scendere a compromessi, non avvezza alle ipocrisie che le buone maniere vorrebbero.
Un confronto quindi tra due mondi comportamentali distanti sebbene assai vicini nelle vicende che le vedranno protagoniste.
In seguito alla morte del padre, le due ragazze, insieme alla madre e alla sorella minore Margaret, sono costrette a lasciare la loro casa e i privilegi di cui avevano goduto fino ad allora per trasferirsi nel Devonshire a Barton Cottage. 
Saranno questi, assieme alle strade e alle case in città di una vecchia Londra, gli scenari in cui avranno luogo le vicende narrate nel romanzo.

Recensione: 
Jane Austen con questo romanzo ci mette di fronte a diversi personaggi, ognuno dei quali caratterizzato da una propria spiccata personalità.
È molto facile per il lettore detestarne alcuni e apprezzarne di contro altri, o immedesimarsi in qualcuno di questi.
Ho trovato il romanzo ben scritto e narrato, ho notato come l'autrice ci fa entrare nelle vite dei personaggi che racconta pacatamente, descrivendone pagina per pagina le giornate, senza che nulla di sconvolgente accada per diversi capitoli.
Questo è esplicativo di un desiderio di raccontare più che di stupire il lettore.
Perfettamente consono al periodo in cui il romanzo è ambientato, sia nel linguaggio che nelle tematiche affrontate.
Differenze sociali, invidie, pettegolezzi, madri che cercano un buon partito per sistemare le proprie figlie, madri che non approvano le scelte sentimentali dei propri figli, balli, ricevimenti.
Il tutto è narrato in modo tranquillo e scorrevole, senza eccessivi colpi di scena.
La lettura appassiona il lettore e non è mai noiosa.
Non ho apprezzato la conclusione, come in un unica pagina tutto si risolva e tutto venga spiegato, anche situazioni che avrebbero a mio parere meritato un approfondimento maggiore.
Ironicamente ho affermato che pare quasi che la Austen, alla fine, si fosse stancata di scrivere e non vedesse l'ora di concludere.

Considerazioni:
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Qui posso lasciarmi andare alle mie riflessioni più viscerali.
Finito il libro devo ammettere che ero arrabbiata con la scrittrice!
Non ho apprezzato come la Austen scelga di farci apparire ad un certo punto del racconto, sbagliato il comportamento di Marianne e giusto quello di sua sorella Elinor.
Ecco, avrei preferito lasciasse a noi il compito di giudicare, senza imboccarci opinioni e giudizi non partoriti direttamente dalle nostre menti.
Forse in questo sono un po' di parte perché ho amato il personaggio di Marianne e mi sono immedesimata in lei, sebbene talvolta l'abbia trovata io stessa un po' troppo ferma e severa nelle sue convinzioni.
Mi è sembra ingiusto far apparire il comportamento di Elinor, anche un po' ipocrita se vogliamo, preferibile a quello sincero, se pur egoista della sorella.
Cosa c'è di così sbagliato nel soffrire per amore? Nel non curarsi degli altri? Nel ritenere la propria sofferenza come la cosa più importante in quel momento? Se per di più questa è recente e non sono passati mesi o anni dall'evento che l'ha causata.
Del resto la delusione che ha avuto Marianne da Willoughby è estremamente maggiore, a mio parere, di quella che ha avuto Elinor da Edward, relazione su cui non ci avrei mai scommesso, anzi! 
Ad un certo punto ho veramente creduto che Elinor si fosse fatta illusioni sul nulla e che Edward fosse davvero innamorato di Lucy Steele, tanto non avevo mai visto nulla fra i due.
Secondo me, Marianne, quando dice che la sorella non ha mai sofferto quanto lei, perché non ha amato poi così tanto, non ha poi tutti i torti.
Chi ama con passione soffre con altrettanta passione.
Non ho inoltre apprezzato il modo in cui, dopo la malattia, Marianne sotto un certo punto di vista muoia davvero.
Non è più lei, e la Austen uccide il suo personaggio migliore, quello più autentico, (forse l'unico) del romanzo, per trasformarlo in un'altra, più giovane Elinor.
Ma di Elinor ne avevamo già una! A che serve averne un'altra?
Perché rilegare la giovane e appassionata Marianne in un rapporto in cui tutti la volevano, tranne se stessa?
Perché non farle conoscere un giovane altrettanto appassionato e vero?
Non ho approvato, come avrete capito, il matrimonio e l'affetto improvviso, di cui non abbiamo mai avuto modo di leggere, tra Marianne e il colonnello Brandon, che ho visto sempre più come un buon amico di famiglia, per Marianne e le sue sorelle, che altro.
Una riconoscenza che si trasforma all'improvviso in amore è qualcosa a cui non posso credere, specie se si tratta di una giovane romantica, innamorata dell'amore come Marianne.

Curiosità:
Jane Austen scrive la prima stesura di questo romanzo nel 1974, quando ha circa 19 anni, intitolandola "Elinor and Marianne" (in italiano Elinor e Marianne, poi rinominato Ragione e Sentimento), in forma epistolare, una  raccolta delle lettere intercorse tra le due sorelle.
Successivamente. la forma epistolare verrà sostituita dallo stile in terza persona.


il mio voto per questo libro

19 commenti:

  1. Mi ha fatto piacere leggere la tua recensione, perchè ho letto questo libro parecchi anni fa e ho avuto modo di ripassare la trama. Concordo su ciò che hai scritto, soprattutto su come la Austen liquidi in poche pagine il finale della storia, finale che si potrebbe definire quasi a sorpresa. Il libro nel suo complesso mi è piaciuto, ma sicuramente l'autrice ha dato vita a personaggi migliori!!
    Jane

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    1. Anche a me nel complesso è piaciuto,(infatti ho dato il voto di 4 biscotti)nonostante la conclusione affrettata e le critiche che ho espresso qui.
      Sono curiosa di leggere gli altri suoi romanzi, non li ho ancora letti, ma presto inizierò orgoglio e pregiudizio.
      Grazie per la tua visita! ^_^/

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  2. Ragione e Sentimento è un libro che ho letto ormai diversi anni fa, e avendolo letto subito dopo Orgoglio e Pregiudizio per me il paragone è stato inevitabile. Senza dubbio ho preferito molto di più quest'ultimo.
    Penso che Elinor e Marianne siano due protagoniste ben caratterizzate, diverse caratterialmente ma solidali comunque tra di loro, ma non posso darti torto sul fatto che l'esuberanza e la spontaneità di Marianne ad un certo punto spariscono e sono sostituite invece da comportamenti più tipici di Elinor, e nemmeno io ho apprezzato molto questa cosa.
    Senza dubbio la Austen ha creato personaggi migliori, ma ha anche scritto finali migliori sviluppandoli meglio e non in modo così affrettato. Non so a te, ma a me è parso che sul finale tutto sia stato un po' accelerato.

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    1. si come ho scritto anche nel post ho avuto la tua stessa impressione.
      Sembra quasi che alla fine si fosse stancata di scrivere :/

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    2. E' un vero peccato, perchè dopo una storia ben costruita ci si aspetta un finale degno.
      Succede la stessa cosa in un altro suo libro, Mansfield Park,e lì ci sono rimasta ancora peggio, perchè la protagonista meritava un finale descritto meglio.

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    3. si è davvero un peccato ;_;
      Gli altri suoi non li ho ancora letti, ma provvederò presto

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  3. quanto mi piace il tuo blog!!
    Ti aspetto ancora !
    Federica
    smartchicdietreadbooksandfly.blogspot.it

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  4. Ecco uno di quei classici che mi vergogno di non aver ancora letto... devo rimediare al più presto(//・_・//)

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    1. non devi vergognartene, io li sto leggendo solo ora ^//^

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  5. Questo si che è un libro da leggere, lo definirei un vero capolavoro!

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    1. Sicuramente è ben scritto, peccato per il finale affrettato :/

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  6. bel libro... e grazie per questo spazio.... claudio

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  7. Ciao! Anche io penso le stesse cose che hai scritto tu sul rapporto tra Marianne ed il colonnello Brandon, l'unica cosa che voglio farti notare è che noi la pensiamo in questo modo perché ci rifacciamo ad un modo di pensare moderno. La fine che è stata data al romanzo è più che soddisfacente per i lettori dell'epoca che vedevano nel comportamento di Elinor il simbolo della vera donna di classe e nel matrimonio di Marianne con Brandon quello che seguiva le convenienza dell'epoca.

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    1. Ciao Loren credo soprattutto che la Austen abbia riportato nei suoi romanzi il suo vissuto. Lei non crede nell'amore perciò ai suoi personaggi davvero innamorati va sempre male. In un certo senso li gufa XD

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  8. Eccomi qua. Diciamo che la mia attenzione dall'epilogo è stata catturata dal contorno, sono rimasta così affascinata dal narrare regale di Jane che avrebbe potuto scrivere qualsiasi cosa.
    Ho amato tutti i personaggi, con i loro difetti e le loro azioni discutibili, ancor più Marianne, così vicina al mio modo di essere, ma allo stesso tempo Elinor, con la sua razionalità e praticità.
    Non ho provato la tua stessa sensazione, quella della morte dell'animo ribelle di Marianne, ma ho letto il suo cambiamento come una crescita, il raggiungimento di una maturità che forse era d'obbligo.
    Complimenti per la chiave di lettura che hai dato al romanzo, molto personale, è bellissimo confrontarsi con opinioni diverse, arricchisce e aiuta ad accorgersi di particolari che magari ad una prima analisi erano sfuggiti.
    Buona serata e a presto, Cuore.

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    1. Grazie per essere passata. Concordo con te è davvero bello confrontarsi *-*

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    2. Si, anche a me Elinor è piaciuta però non sono riuscita ad immedesimarmi in lei, nella sua razionalità e freddezza.
      Quello che invece non ho apprezzato sono state le considerazioni che la Austen fa nel mettere a paragone le due sorelle, etichettando come giusto il comportamento razionale e sbagliato quello più passionale.
      Penso che la scrittrice influenzi moltissimo tutte le sue storie basandosi troppo sul proprio vissuto, per questo fa sempre fare una brutta fine a tutte le storie e i personaggi come Marianne prediligendo personalità e amori più "morti".
      Non credo alla crescita di Marianne come non credo nel suo improbabile e repentino cambiamento anche perché nei romanzi, come nella vita, credo che "chi nasce tondo non potrà mai morire quadrato".

      Un bacio cuore ♥

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