mercoledì 30 luglio 2014

Recensione: "Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo

Titolo: Momenti di trascurabile felicità
Autore: Francesco Piccolo
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2010
Pagine: 134
Prezzo: 12,50 €

Trama:
Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio? 
Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d'abbigliamento. Quando all'improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato. 

Recensione:
“Non sopporto più le persone che mi annoiano anche pochissimo e mi fanno perdere anche un solo secondo di vita.”
Con questa citazione di Goffredo Parise si apre il libro di Francesco Piccolo, una frase che ad una prima lettura inconsapevole può apparire semplicemente simpatica e condivisibile.
Con la consapevolezza di chi ha, invece, letto tutto il libro, ci si rende conto che probabilmente la citazione non era che un'avvertenza! Un moderno "lasciate ogni speranza voi che entrate".
Piccolo forse voleva avvertirci e, con una simpatica frase ad effetto, tirarsi fuori da ogni responsabilità, come a dire: "State scegliendo voi, di vostra spontanea iniziativa, di leggere questo libro. Io ho cercato di dirvelo che sarebbe stato uno spreco di tempo".
Definire con il termine "libro" "Momenti di trascurabile felicità" è puramente una questione formale, come si potrebbe definire "libro" un vocabolario o un elenco telefonico.
Sono libri certo, perché per la loro costituzione possono essere definiti tali, in quanto hanno tutti una copertina, delle pagine e sono fatti di carta, ma chi li leggerebbe da cima a fondo? Chi se ne appassionerebbe?
In un determinato momento ci può tornare utile conoscere un determinato vocabolo, un determinato indirizzo o numero di telefono, ma è impossibile che in quello stesso momento ci possa interessare leggere ogni voce di quegli interminabili elenchi.
E questo libro non è altro che questo, un elenco di situazioni, di momenti che non possono, in verità, nemmeno essere accomunati dal titolo stesso del libro.
I veri momenti di trascurabile felicità elencati sono pochi, per tutto il resto del tempo vengono citati, uno dopo l'altro, avvenimenti a caso o aneddoti più o meno simpatici, e più o meno comprensibili, dello scrittore.
Soprattutto sono elencati momenti vari, "normali", che non suscitano alcun pensiero felice nell'immaginarsi di poterli vivere.

“Quando va via la luce, e poi torna, tutti gli orologi digitali della casa lampeggiano e segnalano zero punto zero (00:00). 

Perdersi un concerto jazz. 

Quando viene la febbre. 

Lasciare per un sacco di tempo le lattine di CocaCola aperte e mezze piene nel frigorifero, senza berle e senza buttarle.”

E via dicendo...

I racconti carini, quelli che strappano un sorriso, ci sono, ma sono troppo pochi, e il sorriso che portano è troppo leggero e sfuggevole per poter alleviare la noia che regna sovrana durante tutto il resto della lettura.

Considerazioni:
Ennesima grandissima delusione!
E dire che mi aspettavo di leggere qualcosa che mi avrebbe emozionato.
Ma le liste non possono emozionare, ma solo infastidire.
Già vi dissi, in occasione della recensione di "Olivia: Ovvero la lista dei sogni possibili" di Paola Calvetti che le liste erano state la cosa che mi era piaciuta meno, quella che avrei evitato perché, appunto, le liste sono utili, ma non si può definirle letture appassionanti.
Figurarsi un libro che non è altro che questo! Un elenco senza capo né coda, senza storia e spesso anche senza senso.
Questo libro non doveva chiamarsi "Momenti di trascurabile felicità" ma "Vaneggiamenti vari ed eventuali".
Carine sono la storia della bottiglia di vino, quella del film "Insonnia d'amore" e poche altre, ma non bastano per fare di un libro un buon libro, né tanto meno uno leggibile.

“In Insonnia d'amore, Tom Hanks e il figlio sono sull'Empire State Building e aspettano una donna sconosciuta, che noi sappiamo che è Meg Ryan. 
Dopo aver aspettato a lungo, Tom Hanks dice: vabbe', scendiamo. Si avviano verso l'uscita e Meg Ryan continua a fare tardi, sembra davvero che non faccia in tempo, e sembra che faccia talmente tardi che ogni volta che vedo il film comincio a pensare sul serio che stavolta lo ritrasmettono in un'altra versione in cui davvero non ce la farà. Non li incontrerà più, stavolta. 
E succede davvero così: quando Meg Ryan arriva in cima al grattacielo, non c'è più nessuno. Non si sono incontrati. 
E io dico: ma non è possibile, mi ricordo che finiva bene. 
Eppure davanti a me c'è Meg Ryan tutta sola, e loro ormai se ne sono andati. Il fatto che non si sono incontrati è evidente, lei è arrivata troppo tardi e forse sono io che ricostruisco il film secondo i miei desideri. Mi agito sulla sedia, mi alzo, mi risiedo, fino a quando Meg Ryan abbassa lo sguardo e trova lo zaino del bambino, e appena dopo appaiono davanti a lei Tom Hanks e il figlio - che sono tornati a recuperarlo. 
E si incontrano, finalmente. Sono così felice ogni volta, così felice. Comincio a piangere per la commozione, si, ma anche per il fatto che il film è sempre uguale ogni volta che lo vedo.”

L'idea di raccontare i propri momenti di trascurabile felicità è una cosa che ancora apprezzo, ma non avrei mai fatto un libro solo su questo! Avrei inserito i momenti in una storia, in una trama che non riducesse il tutto ad un mero elenco! 
Che diamine, a fare un libro così siamo capaci tutti!
Una lettura noiosa e frustrante che, col senno di poi, mi sarei risparmiata volentieri. Decisamente trascurabile come i momenti di felicità di cui si fa portavoce.

P.S: Un mio momento di trascurabile felicità:
Quando ho chiuso l'ultima pagina di questo libro e ho realizzato che non avrei dovuto leggerne più nemmeno una riga. Mai più. *-*

Il mio voto per questo libro 

martedì 29 luglio 2014

Presentazione: "Fino alla fine della rete" di R.V. Beta

Salve avventori!
Con il post di oggi voglio presentarvi il romanzo di esordio di R.V. Beta, un'autrice emergente che attraverso il suo "Fino alla fine della rete", racconta le incursioni di una ragazza nei mondi simulati della realtà virtuale. Un'avventura originale sviluppata tra informatica e fantascienza.


Titolo: Fino alla fine della rete
Autore: R.V. Beta
Data di pubblicazione: 2014
Pagine: 255 
Prezzo: 2,68 € (ebook)

Trama:

Yuuki è una ragazza scappata di casa per vivere sulla propria pelle un’irrefrenabile curiosità per la vita e la tecnologia. 
La sua ultima impresa di pirateria informatica l’ha riportata bruscamente dal mondo virtuale a quello reale, e ora è un obiettivo. 
Daisuke è dotato di una fervida immaginazione, con la quale sconfigge le noiose giornate da impiegato di una multinazionale. 
Qualcosa di speciale unisce Yuuki e Daisuke nella fuga che affronteranno insieme, o almeno così è come la vede lui. L’inizio di una nuova vita per entrambi è una seconda occasione, la possibilità di lasciarsi tutto alle spalle, se troveranno la forza per sfidare gli incubi che li circondano. 
Il diario di viaggio di un gruppo di personaggi che dovranno presto imparare a non darsi mai per vinti, perché la realtà non è mai una sola... 
Esistenze per nulla ordinarie e nessuno di cui potersi fidare fino in fondo: un invito a cambiare prospettiva.

Autore:
"Fino alla fine della rete" rappresenta l'esordio letterario di R.V. Beta, un self-published che punta ad un pubblico femminile a cui piacciano (anche) i videogiochi.
L'autrice dice di se:
Passo gran parte del mio tempo aspettando che si installino gli aggiornamenti della PS3.
 Ho a casa un Oculus Rift ancora imballato, mentre i pupazzetti di vinile sono riuscita a tirarli fuori dalle loro scatole.
 Non sopporto quando si fulmina la lampada del semaforo e non so se posso attraversare.
 Ho scoperto che il sushi non ingrassa, consiglio il tonno che ha più gusto del salmone.
 Non capisco che gusto ci sia a mangiare la pannocchia fritta.
 Le rare volte che vado alle giostre e c’è lo stupido carrellino che porta nel tunnel dell’orrore, tengo gli occhi chiusi.
 Vorrei iniziare a fumare, ma non ne ho il coraggio.
 Mi immagino di entrare un giorno in un negozio di elettrodomestici e tutte le televisioni mi salutano facendo il mio nome.
 Non mi dispiacerebbe lavorare al riciclaggio della carta, rubando dal calderone frammenti di fogli per farmi un collage da attaccare al muro, tipo soggetto pericoloso.
 Mi ispira Minecraft, ma temo di perdermi dentro. Secoli fa facevo da balia a un Tamagotchi non mio, e non so perché tendevo a trattarlo male: ho ancora i sensi di colpa.
 Internet è invasa dai gatti, ma anche gli unicorni cercano attenzione a tutti costi.
 Non so cosa si nasconde sotto la sabbia della spiaggia.

lunedì 28 luglio 2014

Estratto: "L'amore in un giorno di pioggia" di Gwen Cooper

Salve avventori!
Oggi voglio intrattenervi per un po' con un estratto tratto da un libro davvero speciale.
Voglio rubare solo pochi minuti del vostro tempo, ma sono sicura che, una volta letto questo passo, non li rivorrete indietro, anzi, probabilmente avrete voglia di leggere tutto il libro da cui è tratto.
Un piccolo capolavoro "L'amore in un giorno di pioggia", scritto da Gwen Cooper.
Un libro profondo e toccante narrato, in modo insolito, da una gattina, Prudence, che vi farà innamorare per la sua dolcezza e simpatia.
Quello che vi propongo è uno degli episodi più esilaranti che la vedono protagonista.
E' un giorno di festa e la famiglia è pronta a festeggiare.
Prudence è in una casa nuova e ancora non conosce perfettamente le abitudini dei suoi proprietari.
Si comporta dunque come era solita fare con Sarah, la sua ex coinquilina (come era solita definirla lei). Perciò dopo aver atteso per tanto tempo l'ora di cena, con l'acquolina in bocca per essere stata sottoposta a tutti i profumini invitanti per ore ed ore, appena servite le pietanze in tavola, lei ci salta su per pretendere educatamente la sua porzione...
E, non vi dico altro... vi lascio alla lettura XD


P.S: Voglio dedicare questo passo  ad Amesh, la gattina a cui correvano i miei pensieri durante tutta la lettura di questo libro. 
Se n'è andata  lo scorso  giovedì, lasciando un vuoto enorme nei cuori di chi le voleva bene. 
Ad Amesh, che ha regalato gioia, sorrisi e amore ai suoi cari, chiedendo in cambio solo pochi croccantini.
Amesh, non ho mai avuto un gattino mio, ma sei stata tu a farmi commuovere quando, per la prima volta, ti sei strofinata contro le mie gambe. Sei stata anche la mia gattina in un certo senso. La prima a cui ho voluto bene. Non ti dimenticherò.
“Finalmente, dopo tutto quel mangiare focacce e quel raccontare storie, Laura e Josh portano in tavola il cibo; c’è una carne dal profumo delizioso (chiamata brisket) che ho sognato per tutto il giorno, e una zuppa fatta con il pollo e una cosa chiamata pâté di fegato che ha un aspetto e un profumo così deliziosi che non mi capacito che Sarah non l’abbia mai cucinato nel nostro vecchio appartamento. Ci sono anche un sacco di altre pietanze e tutto è disposto alla perfezione e ha un aspetto magnifico, come in uno di quei programmi TV che spiegano come si cucina. 
Ovviamente, appena il cibo viene servito io salto sul tavolo, in attesa che Laura o Josh preparino il mio piattino. Sarah ne prepara sempre uno da farmi assaggiare, in modo che io possa mangiare con lei; appoggio delicatamente una zampina sul brisket, che è ciò che desidero provare per primo, in modo che Laura e Josh capiscano che cosa devono servirmi. 
Ebbene, non potete immaginare il trambusto! Laura e Josh gridano: «Prudence, no! Scendi!» E la madre di Josh grida: «Cosa ci fa questo gatto sul tavolo?» con la stessa voce che gli umani usano quando trovano uno scarafaggio nel cibo. E i cuccioli urlano: «Il micinoooo!» e si avventano nuovamente su di me con le manine appiccicose mentre la sorella di Josh cerca di fermarli. 
C’è così tanta confusione e così tanto rumore che nemmeno il buon profumo del cibo basta più a trattenermi, il problema è che non trovo un punto per saltare giù; ovunque mi volto c’è un umano che tenta di afferrarmi. Comincio a girare rapidamente in tondo per individuare uno spazio in cui potermi infilare per fuggire, poi sento un bicchiere rovesciarsi. «Mamma, il gattino me l’ha rovesciato addosso!» urla Robert. Provo ad arretrare, ma infilo una zampa in qualcosa di caldo e liquido: è la zuppa del padre di Josh e quando lui balza in piedi e grida: «Ehi!» io ritraggo la zampa “così in fretta da far ribaltare il piatto. 
Ora la tavola è umida e viscida; scivolo in continuazione e più provo a scappare più oggetti urto; appiattisco baffi e orecchie e drizzo il pelo, e quando qualcuno mi punta un dito sotto il naso gridando: «Smettila, brutta gattaccia!» io soffio e lo graffio, perché la cosa più maleducata del mondo è puntare il dito in faccia a qualcuno... 

 ...Penso che nessuno sia mai stato trattato con tanta crudeltà come è successo a me stasera. Quando Sarah si arrabbiava per qualcosa, si consolava dicendo: «Sono capitate cose peggiori a persone migliori». Ma io credo che una cosa peggiore di questa non sia mai accaduta a nessuno”


giovedì 24 luglio 2014

In my Mailbox #10


Eccoci con un altro appuntamento della rubrica In my Mailbox, con cui io e Little Pigo vi mostriamo i nostri nuovi tessssori *-*


♥ Doll Bones - La bambola di ossa di Holly Black
Confesso di essermi soffermata su questo libro soprattutto perché attirata dalla copertina (dell'illustratrice italiana Barbara Canepa), che trovo davvero bella, anche se un po' inquietante.
Ovviamente non ho preso il libro solo per quello, sono fissata con queste cose, è vero, ma non fino a questo punto... XD
Ho letto velocemente la trama e devo dire che mi ha incuriosita parecchio e, dopo qualche settimana di riflessione, l'ho acquistato.
Spero vivamente di non essermi sbagliata, e di non ritrovarmi fra le mani un libro deludente come "La piccola mercante di sogni" di Maxence Fermine, ovvero con una trama promettente, ma sviluppata in maniera poco coinvolgente. Vi farò sapere.


♥ Hamburger & miracoli sulle rive di Shell Beach di Fannie Flagg
Premetto che voglio collezionare tutti i libri di quest'autrice perché le copertine sono meravigliose (si ok, so che è la seconda volta che lo dico in questo post, ma non sono fissata, lo giuro!!!  >.<). 
Ho scelto di leggere questo perché Ilaria, de "Il profumo delle pagine stampate", lo ha definito uno dei suoi libri preferiti, e dato che mi fido dei suoi giudizi (ho notato che abbiamo gusti simili), allora ho puntato dritto su questo. 
Sarà il mio primo libro di questa autrice e spero mi conquisti, come ha fatto con Ilaria, con Little Pigo e con tutti coloro che l'apprezzano.
E ve l'ho già detto che la cover è deliziosa? XD

♥ Mio fratello Simple di Marie-Aude Murail
Anche di questo libro ho sentito parlare molto bene, persone fidate me lo hanno suggerito come "libro da leggere assolutamente".
Mi hanno assicurato una storia profonda ed emozionante di quelle che "ti piacerà sicuramente".
E io sono prontissima ad emozionarmi U_U/




♥ Voli acrobatici e pattini a rotelle a Wink's Phillips Station di Fannie Flagg
L'ultima uscita di Fannie Flagg, ebbene si, ancora lei!
Ma questa volta la copertina non c'entra niente, anzi ne sono rimasta anche un po' delusa, l'avrei sicuramente preferita nello stesso stile delle altre sue. 
Little Pigo, della Flagg, ha già letto, recensito e apprezzato "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", quindi io e lei, approfittando di una proposta allettante che ci è stata fatta: "voglio regalarvi un libro, sceglietelo voi", non ce lo siamo fatte ripetere due volte XD


E per ora è tutto, anche perché prima di procedere ad altri acquisti io e la sister ci siamo ripromesse di leggere un po' dei libri già in nostro possesso...
Riusciranno le nostre eroine a mantenere la loro promessa?
Sono aperte le scommesse XD

Intanto diteci, quali novità hanno preso posto nelle vostre librerie?

mercoledì 23 luglio 2014

Recensione: "Cercasi Colf: Pagamento metà in contanti, metà in natura" di AnarchiColf AnoniMa

Titolo: Cercasi Colf: Pagamento metà in contanti, metà in natura
Autore: AnarchiColf AnoniMa
Editore: Narcissus
Data di pubblicazione: 2014
Pagine: 116
Prezzo: 9,99 € (cartaceo);  3,99 € (ebook)

Trama:
In cosa consisterà mai il lavoro di colf? 
Se pensate sia fare le pulizie, riassettare la casa dei padroni, stirare e magari, secondo necessità, preparare un piatto di pasta o la merenda beh... allora vi sbagliate, ma alla stragrandissima... 
In questo libro sono raccolte le tragicomiche avventure di due amiche durante la loro carriera colfistica, celate sotto lo pseudonimo di AnarchiColf AnoniMa "per evitare mortali ritorsioni", che si definiscono “ragazze quarantenni, educate e amanti del sapone”, e che avendo generato due figlie “una a testa per carità”, fanno l’unico lavoro che, le mamme single del terzo millennio, riescono a fare per conciliare gli orari di lavoro con gli impegni delle figlie: le colf! 
Un esilarante manuale con suggerimenti, idee e consigli al fulmicotone!

Recensione:
Spiritoso, leggero e divertente.
Le autrici condividono con noi alcuni aneddoti che le hanno viste protagoniste negli anni.
Le colf raccontano con sarcasmo e umorismo quelli che possiamo definire "i rischi del mestiere": padroni incontentabili, spilorci, provoloni... ce n'è per tutti i gusti.
I toni sono divertenti e la battuta è sempre dietro l'angolo.
Tragicomica è la lettura dei vari annunci di lavoro che le nostre amiche colf hanno raccolto per noi, i quali, dietro il sarcasmo con il quale vengono commentati, nascondono, non tanto velatamente, la poca considerazione che si ha del mestiere e di chi lo svolge. 
Ogni satira che si rispetti, si sa, fa sorridere, ma è in realtà un pretesto per far riflettere su temi importanti.
Anche in questo caso il libro, facendo ironia e autoironia, spinge a pensare a cose su cui normalmente non ci soffermiamo.
Mette quindi in mostra una pagina davvero triste della nostra società, un mondo fatto di pregiudizi e ingiustizie.
Mette di fronte alla realtà degli sfruttati e sottopagati.
Colf a cui viene richiesto di fare lavori che non rientrano propriamente nelle loro mansioni, a cui un full time è retribuito come fosse un part time, che prendono finanche 1 euro all'ora per 12 ore di lavoro!!!
AnarchiColf AnoniMa ridono con noi delle proprie vittorie e delle proprie disgrazie, si confidano con noi come se stessero scrivendo un diario, non il manuale per la colf perfetta, ma uno sfogo: lavoriamo sodo, siamo brave nel nostro lavoro, non chiedeteci la luna perché siamo umane non super eroine!
Questo è il messaggio del libro, rivolto ai loro ex, attuali e futuri padroni e ai padroni delle colf di tutta Italia.
Una lettura piacevole, si legge in fretta, e ha il grande pregio di far riflettere sorridendo.

il mio voto per questo libro

lunedì 21 luglio 2014

Speciale: "Colpa delle stelle"


Se avete letto la mia recensione di questo libro probabilmente vi starete chiedendo come mai dedico uno speciale ad un libro che non mi è piaciuto.
Di perché ce ne sono più di uno.
Innanzitutto lo faccio perché ne ho voglia.
Lo faccio perché mi interessa approfondire alcuni punti della storia, raccontando ciò che ne penso, o che ne ho pensato durante la lettura.
E infine l'ho voluto fare perché mi divertiva l'idea di disegnare le illustrazioni per questo post XD



V for Vendetta 

La descrizione di "V for Vendetta" è stata una delle prime cose che mi ha urtato di questo libro. 
Augustus ne propone la visione ad Hazel, perchè parlandone scopre che lei non l'ha mai visto, dunque vanno a casa di lui e lo vedono insieme. 
Questo è quello che John Green, attraverso le parole di Hazel ci dice del film: 

"Il film parla di questo tizio mascherato che muore eroicamente per Natalie Portman, che è davvero brava e molto sexy e non c’entra niente con la mia faccia gonfia di steroidi. 

Ai titoli di coda lui ha detto: 
«Bello, eh?» 
«Bello, sì» ho concordato, anche se non lo pensavo, in realtà. 
Era più un film per maschi. Non so perché i ragazzi si aspettano che a noi piacciano i film per loro. Noi non ci aspettiamo che a loro piacciano i film da ragazze."

Lette queste frasi mi sono chiesta: Ma Green il film l'ha visto? E se l'ha visto, l'ha capito? Perché parla di qualcosa che non ha compreso? 

"Un tizio mascherato che muore eroicamente per Natalie Portman". 
Si può liquidare un film del genere, con un profondo significato ideologico (di rivolta nei confronti della società) in questo modo? Definendo addirittura un film per maschi!!! 
Vi rendete conto? 
Certo, perché noi ragazze siamo sceme e riusciamo a concepire solo i filmetti romantici, non andiamo oltre -_-" 
Be' sappi caro Green che io sono una ragazza, ho visto "V for Vendetta", mi è piaciuto e sicuramente l'ho compreso e apprezzato molto più di quanto abbia fatto tu. 
Tsè U_U



I libri: 

I libri hanno in questo romanzo un'importanza fondamentale. 
Oltre ai versi di Shakespeare, più volte citati, si parla di due libri in particolare: 

"Un'imperiale afflizione" di Peter Van Houten (libro preferito di Hazel) 
 "The Price of Dawn" (saga preferita da Augustus) 

Ciascuno consegna all'altro il libro, che a parer suo potrebbe piacere o che a suo giudizio l'altro dovrebbe conoscere. 

"Un'imperiale afflizione", è in realtà il vero protagonista di "Colpa delle stelle" poiché tutto il racconto gira attorno ad esso. 

Non esiste nella realtà, come non esiste il suo autore, ma Green ce lo racconta un po' per volta, con lo scorrere delle pagine, tanto da farcelo conoscere (e, a mio parere, apprezzare più del suo stesso libro). 
"Un'imperiale afflizione" racconta di una ragazza che si chiama Anna e di sua madre, una giardiniera professionista ossessionata dai tulipani, e della loro normalissima vita di gente semplice in una cittadina nel centro della California, finché Anna non scopre di avere un raro cancro al sangue. 
Il libro termina con una frase lasciata in sospeso, ed è proprio questa "non fine" a tormentare Hazel e in seguito anche Augustus. 

"Quando sono uscita dal cinema ho trovato quattro sms di Augustus. 
Dimmi che nella mia copia mancano tipo le ultime venti pagine. 
Hazel Grace, dimmi che non sono arrivato alla fine di questo libro. 
OH MIO DIO SI SPOSANO O NO OH MIO DIO COS'È QUESTA ROBA 
Immagino che Anna sia morta e finisce così. CRUDELE." 

Entrambi sono afflitti dal desiderio di conoscere il destino di quei personaggi, ed è questo desiderio che li porterà a voler contattare lo scrittore. 

"The Price of Dawn" invece è la saga che Augustus consiglia ad Hazel, la versione romanzata del suo videogioco preferito, che narra le avventure del Sergente di Stato Max Mayhem. 

Saranno questi libri a far scoccare la scintilla fra i due, o semplicemente il pretesto usato da entrambi per sentirsi ancora.


Okay? Okay. 

Isaac (l'amico di Augustus), e la sua fidanzata Monica hanno una parola "Sempre" che si ripetono all'infinito per giurarsi amore eterno, che poi ovviamente eterno non sarà. 

"Perchè quei sempre?" chiede Hazel ad Augustus, e lui:

"«Sempre è la loro parola. Si ameranno per sempre e così via. In un calcolo approssimativo per difetto, direi che si sono messaggiati la parola sempre quattro milioni di volte nell'ultimo anno.»

Successivamente a seguito di una interessantissima telefonata, fatta di: 

- «Okay?»
- «Okay»
- «allora Okay»
- «Okay.»

Hazel e Augustus decidono che la parola "Okay" sarà il loro "Sempre". 
Che scelta infelice! Tra tutte le parole esistenti al mondo, non potevano sceglierne una meno sciocca? Questo fa ovviamente parte di un'abile scelta di marketing (una delle tante) di Green. 
Ormai nessun adolescente al mondo potrà leggere la parola "Okay" senza pensare ai due sfortunati protagonisti di questa storia. 
E davvero non si potrebbe fare altrimenti dato che non esiste libro che ne contenga un numero maggiore! Per darvi un'idea, vi dico che in 360 pagine ci sono ben 79 "okay"!!!


C'è posta per Van Houten 

Hazel non riesce a capacitarsi del fatto che il suo romanzo preferito sia incompiuto. 

Che fine avrà fatto il criceto Sisyphus? 
E l'olandese dei tulipani è o no un imbroglione? 
La madre di Anna lo sposa? 
Gli amici di Anna prendono il diploma? 

Be' capite anche voi, non si può vivere con simili interrogativi nella testa... -__-"

Hazel manda perciò decine di mail allo scrittore, trasferitosi ad Amsterdam subito dopo aver scritto il suo primo e ultimo romanzo, ma non riceverà mai risposta. 
Sarà infatti Augustus a comunicare con lui, dopo aver avuto la geniale idea di scrivere alla sua segretaria, Lidewij Vliegenthart, anziché direttamente a lui. 
Da questa corrispondenza giungerà in seguito l'invito, da parte dell'autore, ad un incontro ad Amsterdam,   per rispondere ai numerosi interrogativi dei ragazzi. 

"Gentile signorina Lancaster, 

temo che la sua fiducia sia malriposta, ma del resto la fiducia lo è sempre. Non posso rispondere alle sue domande, perlomeno non in forma scritta, perché mettere per iscritto simili risposte costituirebbe un seguito a Un’imperiale afflizione, che lei potrebbe pubblicare o altrimenti condividere sulla rete che ha sostituito i cervelli della sua generazione. 
C’è il telefono, ma lei potrebbe registrare la conversazione. Non che io non mi fidi di lei, naturalmente, però non mi fido di lei. Ahimè, cara Hazel, non potrei mai rispondere alle sue domande se non di persona, e lei è là, mentre io sono qua. 
Detto questo, devo confessare che ricevere la sua corrispondenza attraverso la signora Vliegenthart mi ha deliziato. Che cosa meravigliosa sapere che ho fatto qualcosa di utile per lei, anche se quel libro sembra così distante da me che mi pare sia stato scritto da un’altra persona. (L’autore di quel romanzo era così magro, così fragile, così ottimista in confronto!) 
Se le capitasse di trovarsi ad Amsterdam, comunque, la prego di farmi visita, con suo comodo. In genere sono a casa. Le potrei perfino consentire di dare un’occhiata alla mia lista della spesa. 
Molto cordialmente, 
Peter Van Houten 
c/o Lidewij Vliegenthart"



L'altalena 

Hazel si sente male e finisce in terapia intensiva. 
Dopo alcuni giorni trascorsi in ospedale, finalmente esce e sembra stare meglio, ma i dottori non le concedono più il permesso di partire per Amsterdam, usufruendo così dell'ultimo desiderio di Augustus. 
Hazel è depressa e arrabbiatissima e per qualche strano motivo decide di prendersela con l'innocua altalena che se ne sta buona e inerte nel giardino sul retro. 
Vederla la fa deprimere ancora di più perciò, assieme ad Augustus, decide di sbarazzarsene mettendo un annuncio su internet. 
Dico solo che l'idea dell'annuncio è stata, forse, la parte più carina del libro XD 


Altalena Disperatamente Sola Cerca Casa 

Amorevole Altalena decisamente usata ma strutturalmente solida cerca una nuova casa. 
Donate al vostro bambino/a ricordi, così che lui o lei un giorno guardando il giardino sul retro provi il dolore che ho provato io oggi pomeriggio. 
Tutto è fragile ed effimero, caro lettore, ma con questa altalena il tuo bambino/a sarà introdotto agli alti e bassi della vita umana in modo delicato e sicuro, e potrà forse imparare la lezione più importante di tutte: non conta quanto forte ci si spinge, non conta quanto in alto si sale, non si potrà mai fare tutto il giro. 
L’altalena al momento si trova tra l’83esima e Spring Mill.”



Amsterdam 

Ed eccoci in volo per Amsterdam! 
Tralasciando il fatto che una mamma acconsenta che sua figlia, gravemente malata, faccia un viaggio tanto lungo giusto per chiedere ad uno scrittore il finale di un libro... no dai, ma come si può tralasciarlo? Non è un particolare di poco conto, il libro sta tutto in questo! 
Vabè stendiamo un velo pietoso e sorbiamoci questo lungo viaggio, che pare lunghissimo anche al lettore, dato che Green ci tiene tanto a farci una descrizione dettagliata del film 300! 
Come? Ci liquidi "V for Vendetta" con due frasi stupide e poi ci descrivi questo nei minimi particolari? 
Cosa vuoi che me ne importi di un film che, quando hanno trasmesso in tv, ho sempre scansato come la peste!? 
Se avessi voluto conoscerlo l'avrei visto >__<



L'Oranjee 

Come avevo intuito sin dall'inizio, il viaggio ad Amsterdam è, per lo scrittore, solo un pretesto per mandare i due piccioncini a fare un viaggetto romantico. 

Probabilmente Green ha intuito che, in un eventuale film, la trasferta in una bella città europea avrebbe reso molto bene. E cosa c'è di più romantico di una cenetta vicino al canale, con champagne e una pioggia di petali tutta intorno? 

"«Sapete che cosa disse Dom Pérignon dopo aver inventato lo champagne?» ci ha chiesto con un accento adorabile. 
«No» ho detto. 
«Corse a chiamare i suoi compagni monaci e gridò: “Venite, presto: sto assaggiando le stelle.” Benvenuti ad Amsterdam. Volete dare un’occhiata al menu o prendete il piatto dello chef?» 
Io ho guardato Augustus, e lui ha guardato me. 
«Il piatto dello chef sembra ottimo, ma Hazel è vegetariana.» 
Gliel’avevo detto una volta sola, il primo giorno che ci eravamo incontrati. 
«Non è un problema» ha detto il cameriere. 
«Fantastico. E possiamo averne dell’altro?» ha chiesto Gus, alludendo allo champagne. «Naturalmente» ha detto il cameriere. «Abbiamo imbottigliato tutte le stelle questa sera, miei giovani amici. Ah, i coriandoli!» ha detto, e ha spazzato via un seme dalla mia spalla nuda. «Non ce n’erano in giro così tanti da molti anni. Sono dappertutto. Una seccatura.» 
Il cameriere si è allontanato. Io e Augustus siamo rimasti a guardare i coriandoli cadere, e volteggiando sospesi nella brezza, posarsi sul canale. 
«È difficile credere che qualcuno possa considerare una cosa del genere una seccatura» ha detto Augustus dopo un po’. 
«Però la gente si abitua sempre alla bellezza.» 
«Io non mi sono abituato a te, non ancora» ha detto lui sorridendo. Io mi sono sentita avvampare. «Grazie per essere venuta ad Amsterdam» ha detto. 
«Grazie per avermi lasciato depredare il tuo desiderio» ho detto." 

Ma veniamo alla cosa più succulenta! Il menù!

Cosa mangiano Augustus e Hazel all'Oranjee? 

♥  ♥  ♥    Menù  ♥  ♥  ♥ 

 Asparagi bianchi belgi in infusione di lavanda 
 Risotto alla carota rossa 
 Sorbetto di piselli dolci 
 Gnocchi all'aglio verde con foglie di senape rosa 
 Crema con frutto della passione 

Il tutto coronato da fiumi di stelle in bottiglia.

♥  ♥  ♥  ♥   

Ma quanto mangiano? E soprattutto quanto spendono? 

Mangiano tanto e, da buona favola che si rispetti spendono niente! 
Il tutto infatti è offerto dalla generosità di Peter Van Houten (l'autore de "Un'imperiale afflizione"). 
Che fortunelli no? Hanno trovato l'autore famoso che, non solo li invita a casa sua, ma gli offre anche la cena! Tutto nella norma... 
Ah, vi ho detto che domani vado a cena con J.K. Rowling? XD



Il primo bacio 

Ovviamente, come era prevedibile, tra i due protagonisti scoppierà l'amore, coronato da un improbabile primo bacio nel bel mezzo della visita al museo di Anne Frank, con un sottofondo di applausi scroscianti da parte del pubblico pagante. 
Già, non sto scherzando! Al momento del bacio gli altri visitatori osservano e poi applaudono, scena degna dei migliori anime giapponesi. 
La domanda che sorge spontanea è: perché i visitatori hanno applaudito? 
Un pubblico di spettatori avrebbe applaudito ad un bacio tra due ragazzi qualunque? No, non lo avrebbe fatto. 
I visitatori hanno applaudito perché consci di assistere al primo bacio tra i due ragazzi? No, non avrebbero avuto nessun motivo per pensarlo. 
Quindi perché lo hanno fatto? 
Il pubblico ha applaudito al bacio di due ragazzi malati. 
Questo è il motivo dell'applauso, attraverso il quale non fanno altro che sottolineare la diversità della loro condizione. 
Una rappresentazione razzista ed estremamente stupida, di cui si sarebbe potuto fare benissimo a meno.





La granata 

La metafora della granata è stata una delle poche cose che ho davvero apprezzato di questo libro. 
Hazel, saputo che la ex fidanzata di Augustus è morta di cancro, si ritrova una sera a curiosare nel suo profilo per leggere i messaggi che, parenti e conoscenti, le hanno dedicato. 
La sua attenzione viene attirata in particolar modo da questo messaggio: 

“Ci manchi tantissimo. Non passa. È come se fossimo stati tutti feriti nella tua battaglia, Caroline. Mi manchi. Ti voglio bene.” 

Hazel non riesce a togliersi queste parole dalla testa, ci rimugina sopra tutta la sera e da qui, nasce in lei la convinzione di essere una granata. 
Una granata pronta ad esplodere e a ferire chiunque le starà attorno. 

“«Tesoro» ha detto la mamma. «Cosa c’è che non va?» «Sono una… una… una granata, mamma. Sono una granata e a un certo punto esploderò e vorrei minimizzare le vittime, okay?» 
Mio padre ha piegato la testa come un cucciolo rimproverato. 
«Sono una granata» ho detto di nuovo. «Voglio starmene lontana dalla gente e leggere libri e riflettere e stare con voi, perché non c’è niente che possa fare per non ferire voi, siete troppo coinvolti, quindi per favore lasciatemi stare, okay? Non sono depressa. Non ho bisogno di uscire di più. E non posso essere un’adolescente normale, perché sono una granata.»” 

Per questo Hazel, inizialmente, cerca di tenere Augustus ad una certa distanza, teme che lui possa affezionarsi troppo a lei, e conoscendo le proprie precarie condizioni di salute, non vuole assolutamente che Gus perda un'altra fidanzata. 
Non vuole che resti ferito dalla sua battaglia. 
Quando la situazione si ribalta, ed è Gus quello sul punto di "esplodere", Hazel comprende che non vuole tenersi lontana da lui solo per non essere ferita. 
Ama una granata, e vuole continuare a farlo, anche perché non può farne a meno. 

“Non mi sono sentita arrabbiata con lui nemmeno per un istante e solo ora che amavo una granata capivo veramente l’assurdità di voler salvare gli altri dalla mia esplosione incombente: non potevo non amare Augustus Waters. E non volevo non amarlo.”

Bene, ho finito con questo libro!
Posso dire di essermi espressa a sufficienza sia nel bene (poco), che nel male (un po' di più).
Leggerò altro di Green?  Si, sicuramente, sia perché avevo già preso da tempo "Cercando Alaska", e di certo non ho intenzione né di buttarlo, né di dargli fuoco, XD sia perché sono curiosa di vedere se riesce a farmi cambiare l'idea che, al momento, mi sono fatta di lui.
Vedremo...

venerdì 18 luglio 2014

Presentazione "Poteri spezzati" di Federica Nalbone

Salve avventori!
Oggi vi voglio presentare il libro di un'autrice emergente, Federica Nalbone, che con il suo "Poteri Spezzati", romanzo urban fantasy, mescola romance e paranormale, ambientazioni dark, misteri, creature sovrannaturali e appassionanti storie d'amore.

Titolo: Poteri spezzati
Autore: Federica Nalbone
Editore: Lettere Animate
Data di pubblicazione: 7 maggio 2014
Pagine: 217 
Prezzo: 2,49 € (ebook)


Trama: 

Alison è una coraggiosa cacciatrice di creature soprannaturali che possiede il dono della preveggenza, ma quando il suo potere, inaspettatamente, comincia a ritorcersi contro di lei si ritrova in grave pericolo. 
Accorre in suo aiuto un misterioso e affascinante cacciatore, Dave, che la coinvolge in una corsa contro il tempo per tentare di scoprire perché i poteri di alcuni cacciatori siano diventati di colpo tanto pericolosi. Saranno avventure rischiose e i due ragazzi, nella splendida cornice di Chicago, verranno a contatto con molte altre creature: potenti stregoni, vampiri assetati di sangue, un misterioso fantasma e persino altri cacciatori con un'idea di giustizia ben differente dalla loro. 
L'amore busserà alle loro porte, ma i pericoli sono molti: qualcuno ha alterato un equilibrio precario e i due dovranno, prima di tutto, riuscire a salvarsi.

Autore:

Federica Nalbone è nata nel 1987 a Palermo.
Studentessa di Scienze della formazione, ama leggere di tutto, in particolar modo libri thriller e urban fantasy, che fungono anche da ispirazione per i suoi romanzi.
"Poteri Spezzati" è acquistabile su Amazon.
Per ulteriori informazioni potete visitare la pagina facebook dedicata al romanzo.

mercoledì 16 luglio 2014

Il libro dell'umore #3

Salve avventori! 
Benvenuti ad un'altra puntata della rubrica "Il libro dell'umore" attraverso la quale possiamo descrivere con pochi aggettivi l'emozione che un determinato libro ci ha provocato.
Di seguito i libri che ho letto di recente che hanno scaturito in me degli stati d'animo predominanti, tali da meritare di essere citati in questa rubrica.

Poche e semplici le regole:
 Associate ai libri che avete letto l'emozione o lo stato d'animo che vi hanno suscitato
 Spiegatene brevemente il perché
 Aspettate i commenti

Voglio iniziare con una domanda per voi: ma davvero vi è piaciuto? Perché? 
Quando un libro è tanto osannato solitamente non ci casco mai, lo capisco subito che quello che piace ai tanti solitamente non piace a me, ma con questo ci sono cascata con tutte le scarpe. 
Ovunque, in qualsiasi blog andassi, leggevo commenti esaltati e parole d'apprezzamento, quasi riuscivo a figurarmi deliri di ragazze tutte prese a strapparsi i capelli e quasi riuscivo a percepirne i pianti sommessi.
E già da qui avrei dovuto capire tutto, queste scene avrebbero dovuto far suonare in me la campanella d'allarme "adolescenziale - adolescenziale - adolescenziale".
Vabè chiedo scusa a me stessa, non l'avevo capito... spero (ma non prometto) di non farlo più, mi perdoni?

Sempre di stelle si tratta, ma di stelle ben diverse e comunque avverse.
Leggere un tema come quello della persecuzione ebraica non può far sentire diversamente. 
Come ho scritto nella mia recensione, leggendo questo libro ho provato l'odio, l'odio verso l'ignoranza e le conseguenze a cui essa ha portato.
Lia e la sua famiglia mi sono rimasti nel cuore, con loro ho sperato, ho avuto paura e ho sofferto.

Sono sincera, non mi sono mai aspettata un capolavoro da questo libro, ma una storia che mi facesse divertire, sorridere, questo si.
Mi aspettavo, dalla trama e dalle pagine iniziali, una storia originale e fuori dagli schemi, invece mi sono ritrovata a leggere il solito romanzetto rosa, che volontariamente scanso come la peste, con tanto di triangolo amoroso... ma perché? T_T

E delle volte capita anche di ricredersi, ed è quello che è successo a me con il secondo capitolo di questa saga. 
Il capitolo precedente a questo, "La casa per bambini speciali di Miss Peregrine", mi aveva entusiasmato moltissimo all'inizio, ma aveva finito via via per farmi perdere l'interesse verso la storia.
Tuttavia la mia curiosità (e si la curiosità è Muriomu) mi ha spinto a leggerne comunque il seguito, e qui il percorso è stato inverso.
La storia, se inizialmente, non pareva voler accennare ad una ripresa, a poco a poco ha recuperato punti in maniera esponenziale.
Una storia originale, condita di personaggi straordinariamente peculiari, che è riuscita a tenermi incollata alle sue pagine.
E ora attendo con ansia il terzo capitolo >.<

Ok, io spero solo di aver scelto il titolo sbagliato per approcciarmi a questa scrittrice. 
Cioè spero di aver scelto (per una questione di sfortuna) il suo romanzo più brutto, perché altrimenti davvero non posso spiegarmi il successo e la fama che la segue.
La Kinsella è divertente, la Kinsella è brillante, nessuno come la Kinsella, ecc.
Ma quando mai??? 
Pochi sono i casi in cui posso dire di aver letto un libro tanto sciocco. Verso i 13 anni, ad esempio, lessi un Harmony (quella fu la prima e l'ultima volta), ma giuro che non era stupido come questo.

lunedì 14 luglio 2014

Recensione: "Colpa delle stelle" di John Green

Titolo: Colpa delle stelle
Titolo originale: The fault in our stars
Autore: John Green
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 2012
Pagine: 360
Prezzo: 16,00 €

Trama:
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, è sopravvissuta ad una diagnosi terminale.
Resa debole, scoraggiata dalla malattia e ormai priva di entusiasmo per qualsiasi cosa si trovi al di fuori delle quattro mura della sua stanza, è spronata dai genitori ad uscire e frequentare il gruppo di sostegno della loro chiesa.
Qui, giovani ragazzi come lei si confrontano sull'esperienza da ciascuno vissuta con la propria malattia, ed è qui che un giorno come un altro Hazel incontra Augustus, un misterioso e affascinante ragazzo che non sembra volerle togliere gli occhi di dosso.
Tra i due nasce in poco tempo un rapporto molto profondo, reso ancora più forte dall'esperienza della malattia e dalla speranza della realizzazione di un sogno in comune.

Recensione:
John Green in queste pagine affronta il tema della malattia, ma non lo fa né in maniera eccessivamente drammatica, anzi i suoi protagonisti affrontano il proprio destino spesso con sarcasmo e ironia (scelta che ho apprezzato), né (purtroppo), in maniera approfondita e veritiera.
La trama è inconsistente e assurda per mille motivi di cui voglio elencare solo alcuni, per avvallare la mia tesi.
Augustus appena incontra Hazel le propone di andare a casa sua a vedere un film "V for vendetta", lei accetta, quindi acconsente ad andare a casa di un perfetto sconosciuto.
Fin qui tutto ok, perché dagli adolescenti questi comportamenti superficiali li possiamo benissimo ammettere, ma vogliamo parlare di sua madre, che la dà il permesso senza nemmeno informarsi su chi sia costui?
Una mamma che, senza farsi problemi, manda la propria figlia sedicenne, per giunta malata terminale, a casa di perfetti estranei, non lo riesco a concepire.
Come non riesco a comprendere il fatto che la lasci guidare, andare in giro per una città sconosciuta, da sola, o in compagnia di un ragazzo gravemente malato a sua volta.
Per non parlare dell'inconsistenza della trama in sé per sé.
Mi riferisco a quello che si suol definire il "succo" del racconto: tutto gira attorno alla passione che i due ragazzi sviluppano per un romanzo, "Un'imperiale afflizione" di Peter Van Houten.
Il romanzo, il preferito di Hazel (se ve lo state chiedendo vi dico subito che non esiste nella realtà), narra la storia di Anna, una ragazza malata di leucemia, che con coraggio affronta la sua malattia e nel mentre decide di fondare un'associazione per curare i bambini malati di colera.
Il romanzo in questione non ha una conclusione, termina con una frase lasciata in sospeso, e questo è per i protagonisti motivo di... imperiale afflizione, appunto XD (e lo è anche per il lettore che è costretto a subire pagine e pagine di una storia tanto assurda da poter essere paragonata ad una favola, una di quelle noiose però).
I due ragazzi, non riescono a fare a meno di chiedersi quale sarebbe stato il destino dei protagonisti del libro, se l'autore avesse concluso la sua opera (ve li immaginate voi due ragazzi giovani, che il destino ha voluto colpire duramente con la malattia, non riuscire a pensare ad altro che al finale di un libro???), così decidono di sciupare, ops volevo dire usare, l'ultimo desiderio di Augustus per volare ad Amsterdam dove risiede l'autore -___-"
Ebbene si, questo è lo scopo del libro e dei suoi protagonisti.
Ovviamente tra i due scoppierà l'amore, come era prevedibile, coronato da un improbabile primo bacio nel bel mezzo della visita al museo di Anne Frank, con un sottofondo di applausi scroscianti da parte del pubblico pagante.
Già, non sto scherzando! Nella scena del bacio gli altri visitatori osservano e poi applaudono, scena degna dei migliori anime giapponesi.
La domanda è: perché i visitatori hanno applaudito? 
Un pubblico di spettatori avrebbe applaudito ad un bacio tra due ragazzi qualunque? No, non lo avrebbe fatto. 
I visitatori hanno applaudito perché consci di assistere al primo bacio tra i due ragazzi? No, non avrebbero avuto nessun motivo per pensarlo.
Quindi perché lo hanno fatto?
Il pubblico ha applaudito al bacio di due ragazzi malati. 
Questo è il motivo dell'applauso, attraverso il quale non fanno altro che sottolineare la diversità della loro condizione.
Una rappresentazione razzista ed estremamente stupida, di cui si sarebbe potuto fare benissimo a meno.
Tornando alla storia, l'incontro con Van Houten (lo scrittore dei "Un'imperiale afflizione") è superfluo, probabilmente solo un pretesto di Green per mandare i due ragazzi a fare un viaggetto romantico.
Non dà risposte agli interrogativi e non aggiunge nulla alla storia.
Uniche note positive di "Colpa delle stelle" sono il personaggio del papà di Hazel, dalla cui sensibilità possiamo leggere la vera sofferenza del genitore che affronta la malattia di un figlio, e Augustus.
Augustus difatti è l'unico personaggio brillante e capace di formulare riflessioni di un certo spessore, seppur il suo essere ossessionato dal desiderio di non essere dimenticato, dal sogno di passare alla storia, a lungo andare venga a noia.

“«Verrà un tempo» ho detto «in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno esseri umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. 
Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo» – ho fatto un gesto che abbracciava la stanza – «non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma anche se noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravviveremmo per sempre. 
È esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l’inevitabilità dell’oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti.”

Invece i dialoghi tra lui ed Hazel paiono astratti, inverosimili, impossibili da immaginare nella realtà. Gli adolescenti non si esprimono così, tranne in Dawson's Creek, ovvio.


Considerazioni:
Sopravvalutato. Enormemente sopravvalutato.
Queste sono le prime parole che mi vengono in mente, ed è il pensiero che mi ha accompagnato per tutta la lettura.
Già dalla frase "Ero lì in piedi con le mie All Stars sul ciglio del marciapiede..." mi sono detta "oddio no, fa che non sia quel genere di libro pieno di riferimenti adolescenziali!"
Fortunatamente le All Stars vengono citate solo un altro paio di volte, se ben ricordo, ma il libro resta estremamente adolescenziale.
La verità è che non mi ha emozionato.
Ogni qualvolta iniziavo un pochettino a rivalutarlo, mi spiazzava con l'ennesima stramberia che lo riportava sempre più in basso.
È il caso ad esempio del famoso bacio nel museo (roba che solo nei film), o ancora di quando Hazel si trova Van Houten in chiesa e poi ancora in macchina... (ma daiii!).
Mi è parso quasi che Green abbia voluto scrivere la sceneggiatura per un film tragicomico (forse ci sperava davvero tanto che lo diventasse), perché come libro ha davvero poco senso.
Basti pensare che per gran parte di esso si parla di un altro libro inesistente (Un'imperiale afflizione), di un libro, "The Price of Dawn" che, guarda caso, è dello stesso Green (chiamalo fesso, si pubblicizza da solo) e che per un altro bel pezzo ci descrive nei dettagli tutto il film 300!
Perché sciupare carta per descrivere un film? Doveva per caso arrivare ad un numero di caratteri totali prestabiliti dalla casa editrice e ha usato questo espediente per colmare le lacune?
Era necessaria questa descrizione? Insomma se avessi voluto conoscere il film l'avrei visto! 
Ma soprattutto: qual è la necessità di conoscere il finale di "Un'imperiale afflizione"?
Io l'ho trovata una grandissima stupidaggine.
Perché costruire un libro attorno a questa sciocchezza? E perché per i protagonisti era così importante? 
Green ci dipinge Hazel come una ragazza molto più intelligente della media, e allora non ci arriva da sola al fatto che, se lo scrittore avesse voluto dare un finale alla sua storia, l'avrebbe scritto?
E se non l'ha scritto vuol dire che il suo desiderio era che finisse così!
Del resto ho trovato molto originale questa storia del libro lasciato in sospeso, e in generale ho trovato molto affascinante la trama di quel libro (penso che lo avrei preferito a questo).
Comunque a Hazel non basta immaginarsi il proprio finale alternativo, deve necessariamente estorcerne uno allo scrittore, altrimenti non è contenta.
L'incontro con lui è deludente, Van Houten si rivela essere un cafone più unico che raro, ma nonostante tutto questo, dopo mesi scopriamo che Augustus ha continuato la corrispondenza con lui!!!
Per quale motivo avrebbe dovuto continuare a scrivere ad una persona tanto odiosa? E perché avrebbe dovuto consegnare le famose quattro pagine del suo moleskine a lui (sapendo che era molto probabile che non venissero mai lette), anziché spedirle a casa di Hazel?
Ma poi, il senso di queste pagine qual era?
La verità è che è inutile farsi domande e cercare di dare senso a questo libro, perché fondamentalmente non ne ha alcuno... se non quello di sperare, con una sfortunata storia d'amore, di riuscire ad ammaliare (leggi impietosire) milioni di seguaci dall'animo "romantico" e pertanto vendere milioni di copie. 
Be' che dire se non: "Ben fatto Green"!

il mio voto per questo libro